Un argomento che ricorre spesso quello della cultura enoica e della formazione scolastica, ma che non riesce mai a spiccare definitivamente il volo ed è un vero peccato. Si perché forse nella storia dei popoli, nulla al mondo come il vino è stato elemento di incontro e condivisione. Un vettore che ha attraversato territori ed antiche culture, veicolando spesso anche i tentativi di elevazione dell’uomo verso gli stati superiori della coscienza, nel tentativo di raggiungere il divino.
Le recenti scoperte georgiane inoltre, spostano ancora più indietro nel tempo i riferimenti temporali delle attività umane intorno alla vite e all’uva e già questo, basterebbe per giustificarne un’attenzione maggiore nei programmi scolastici. Ma in un paese che sconta l’atavico ritardo verso l’aggiornamento in generale, non ci si può certo stupire di questa mancanza.
In questo senso uno stimolo potrebbe venire dall’Osservatorio permanente sui giovani e l’alcol, Associazione attiva da vent’anni nello studio nella comunicazione pubblica sui temi di produzione, consumo e abuso di bevande alcoliche. Secondo i loro dati, sono solo il 13,5% i genitori che affrontano le tematiche del rapporto con l’alcol con i giovani tra i 12 e i 14 anni, mentre il 31,5% non lo ha mai fatto in assoluto.
Numeri che renderebbero l’informazione scolastica determinante per aiutare la prevenzione l’alcolismo e gli altri problemi derivanti dall’abuso di alcol. A supporto di questi, anche il fatto che l’84% dei giovani che hanno preso contatto con l’alcol in famiglia non si sono mai ubriacati, differentemente di chi invece l’alcol lo ha conosciuto con amici al di fuori dalle mura domestiche, dove la sbornia ha risparmiato solo il 48%.
In attesa di un impegno delle istituzioni capace di strutturarsi all’interno dei piani di studio, alcune iniziative sporadiche tracciano la via di quello che potrebbe essere il futuro. Una di queste è “Bere consapevole : il vino fra i giovani attraverso l’istruzione e la cultura”, iniziativa portata avanti dalla Consulta Nazionale del Vino Italiano, a cui aderiscono i principali attori della promozione culturale di settore.
Una task force che riunisce gli sforzi di Agivi, Ais, Aspi, Associazione nazionale le Donne del Vino, Cervim, Conaf, Donne della Vite, Fisar, Fivi, Movimento Turismo del Vino, Oicce, Onav, Sive, Slow Food Italia, Vinarius e Assoenologi. Il progetto formativo giunto alla terza edizione, includerà anche le scolaresche delle scuole medie chiamate ad un primo contatto con il mondo del vino.
A questo riguardo il pensiero di Vito Intini, coordinatore della Consulta e Presidente Onav: “Quest’anno si è deciso di coinvolgere gli studenti più giovani, quelli che frequentano le scuole medie, perché a quell’età i ragazzi recepiscono maggiormente e, soprattutto, diventano essi stessi divulgatori della cultura del vino all’interno delle famiglie”.
Gli studenti avranno modo di gettare le basi della propria consapevolezza in campo enologico, grazie ad una serie di conversazioni sulla ricchezza del patrimonio vitivinicolo nazionale e di come il fattore vino è radicato nella storia e nella nostra società. Negli anni precedenti a Brescia, sono già sei gli Istituti Superiori che hanno terminato il ciclo dei quattro appuntamenti previsti dal programma.
Nella stagione attuale i lavori saranno inaugurati il sette febbraio, dai ragazzi della Scuola Secondaria inferiore Cardinal Branda Castiglioni di Castiglione Olona in provincia di Varese. Nei prossimi mesi invece il programma interesserà diverse scuole di Milano, alcune delle quali giunte già al secondo anno del programma.
Intenzioni e finalità sono tutte nelle parole di Pia Donata Berlucchi, Vicepresidente Onav e ideatrice responsabile del progetto scuole della Consulta: “La scelta di pensare alla scuola quale canale preferenziale per avvicinare i ragazzi alla cultura del vino si è dimostrata vincente: nelle precedenti edizioni, sono state organizzate 40 conversazioni, che hanno visto la partecipazione di oltre un migliaio di studenti di otto istituti superiori”.
Due dei quattro appuntamenti in programma saranno condotti dal Professor Andrea Spiriti, docente dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese e curatore dei Musei Civici del Comune di Castiglione Olona. Riguarderanno “Il vino e la storia: dalle origini al Medioevo” e “Il nostro territorio: vino e arte”. Giancarlo Angeleri condurrà invece la lezione: “L’800 del grande Verdi e di molti altri geni musicali”. Completeranno la serie degli incontri Micaela Stipa e Nando Circosta, rispettivamente Delegata e Vice Delegato per l’Onav di Varese con l’incontro: “Il fascino degli organi di senso”.
La speranza è che il progetto messo in campo dalla Consulta Nazionale del Vino Italiano, sia un stimolo da seguire nei programmi scolastici d’insegnamento come già avviene in Francia. I cugini d’oltralpe infatti, prevedono già da tempo che i loro futuri cittadini siano ben consci del ruolo dell’enologia, come fattore culturale ma anche determinante per la loro economia. Un aspetto molto importante e che andrebbe maggiormente evidenziato anche da noi, ma che a livello istituzionale al momento si ferma ad una proposta di legge a firma del senatore Stefàno.
Bruno Fulco
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