Due parole, due significati.
Quello più immediato, a sottolineare che l’evento è una fiera vinicola, in cui i produttori possono
presentare e vendere a un pubblico di appassionati ed operatori le loro etichette.
L’altro, relativo alla fierezza dell’uva, che merita una spiegazione.
Come può un’uva essere fiera? I vini selezionati sono ottenuti dalla vinificazione in purezza di
vitigni storicamente utilizzati in blend per smussare, arricchire, correggere le caratteristiche dei
“mostri sacri” (o, potremmo anche dire, dei “mosti sacri”), a dimostrare che anche loro hanno una
fierezza, un nerbo, un tratto distintivo che merita un proprio palcoscenico.
E lo merita indipendentemente dalla filosofia produttiva: il vino deve essere buono e deve avere
qualcosa da raccontare, da trasmettere, lontano dalla standardizzazione dell’industria e dai gusti
omologati. Vini fieri!
L’idea originaria nasce da un semplice quanto fondamentale assunto: il nostro Paese è detentore
di un primato importante; conserva un’incredibile biodiversità viticola in ogni regione e, secondo i
dati registrati nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite, possiede il maggior numero di varietà di
specie locali al mondo.
L’Italia è dunque uno dei paesi che possiede il maggior numero di vitigni
autoctoni e vi sono attualmente registrate 545 varietà di vite da vino (a cui vanno aggiunte le
varietà cosiddette ‘internazionali’) e 182 varietà di vite da tavola. L’Italia oggi, oltre a risultare il
leader mondiale per la maggiore quantità del vino prodotto al mondo, con ben 80 vitigni coltivati nel
75% della superficie vitata è anche, in assoluto, il paese con la maggiore diversità vitivinicola.
Numeri oltretutto in crescita, data la progressiva riscoperta di antichi vitigni italici, oggi oggetto di
ricerca e ripropagazione.
Si pensi che i due principali competitors in questo campo, Francia e Spagna, ne hanno meno di
15. L’immediato nostro “successore” solo il Portogallo che, comunque, ne può vantare poco meno
di 40. Una preziosa ed incredibile biodiversità, estremamente frammentata in tutte le nostre regioni, che
permette all’Italia di valorizzare le produzioni locali e offrire un’ampia scelta ai consumatori, anche
mondiali.
Di conseguenza, lo scenario vinicolo in Italia è caratterizzato da un’infinita molteplicità di produttori,
denominazioni e aree geografiche. Questo ha prodotto una segmentazione dell’offerta tale che,
generalmente e salvo eccezioni, soltanto pochi marchi ‘blasonati’, stranoti, riescono ad emergere e
raggiungere l’intero mercato nazionale (ed internazionale). Una moltitudine di piccoli produttori
hanno difficoltà a far conoscere le proprie eccellenze al grande pubblico, al di fuori del mercato
locale, e i consumatori non hanno la possibilità di scoprire prodotti originali e di alta qualità, poiché
difficilmente reperibili.
UVA FIERA nasce dunque per avvicinare gli appassionati e gli operatori del settore ai fieri e meno
noti ‘artigiani italiani dell’uva’, che hanno deciso di produrre vini in purezza da vitigni nativi ed
autoctoni, un tempo considerati “figli di un Dio minore” e vinificati unicamente come vini da taglio o
in blend, che oggi esprimono al meglio le peculiarità e le differenti espressioni del tessuto
vitivinicolo del nostro paese, con tenace orgoglio!
UVA FIERA, inoltre, offre la possibilità a questi produttori di vendere i propri vini durante la
manifestazione, per ingenerare anche un indotto economico per la propria azienda, oltre che una
certa occasione di promozione. A tal proposito, si evidenzia che le aziende partecipanti potranno
offrire in degustazione e in vendita tutta la propria produzione, oltre all’etichetta selezionata per il
tema della manifestazione (il vitigno già da taglio o già utilizzato in blend, ora prodotto in purezza).
Via, dunque, alla valorizzazione di uve meno note, spesso coltivate solo in Italia, che ci rendono
fieri di essere diversi rispetto al resto del mondo: dai vari Trebbiani italici (da quello d’Abruzzo, al
Trebbiano Verde e Giallo laziali), alla Malvasia Puntinata, al Grechetto, al Greco Musc, al
Cacchione e Bellone, al Ciliegiolo, al Centesimino, al Guarnaccino, alla Tintilia, al Frappato, solo
per citarne alcuni.
Il Progetto Uva Fiera è un progetto creato dall’incontro fra La Pecora Nera Editore e Pasquale (Paky)
Livieri.
La prima è una casa editrice indipendente attiva da oltre 20 anni nella realizzazione di guide
enogastronomiche che prevede una selezione vera e rigida delle aziende, in questo caso affidata a Pasquale Livieri, fondatore de Il Sorì e di altre realtà della capitale.
Il Programma.
La manifestazione avrà luogo dal 12 al 14 marzo presso la
CITTA’ DELL’ALTRA ECONOMIA, sita in Largo Dino Frisullo, snc, 00153, Roma.
Orari:
Sabato 12.03 dalle ore 11 alle ore 20
Domenica 13.03 dalle ore 11 alle ore 19
Lunedì 14.03 dalle ore 10 alle ore 14
L’accesso ai banchi di assaggio prevede un biglietto giornaliero, comprensivo di calice VD Glass,
di 10 euro per le giornate di sabato 12 e domenica 13; di 8 euro per lunedì 14 marzo.
I biglietti potranno essere acquistati anche online
Nella giornata di lunedì 14.03 l’ingresso per gli operatori di settore sarà GRATUITO, previo
accredito che potrà essere effettuato:
– per gli accrediti STAMPA, previa richiesta da inviare per email all’indirizzo
saulagiusto@gmail.com o info@romawinexperience.com
– per gli operatori del settore Horeca, con la consegna di un biglietto da visita e/o del proprio
esercizio commerciale all’ingresso.
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