La bastonata caduta sulla salute degli italiani ha paralizzato gli spostamenti umani verso i luoghi degli eventi, tra città, tra regioni, e, mentre mezza Italia si fermava per mettersi in quarantena, quelli nelle cui mani siamo correvano dappertutto a rilasciare interviste infarcite di frasi più tese a lodare sé stessi che a recepire i consigli dei Governatori delle Regioni interessate ai focolai di infezione.
L’iniziale dissennata gestione della crisi sanitaria ha determinato delle conseguenze catastrofiche, riverberate come un enorme Tsunami su tutte le realtà operative economiche, in primo luogo sul turismo nelle regioni di maggior movimento vacanziero, non solo d’arte ma specie enogastronomico.
Sono state fermate le gite scolastiche non solo delle totalità delle scuole italiane, ma anche di altri paesi esteri in Italia; annullate migliaia di prenotazioni negli alberghi, agriturismi, musei, teatri; disdetti pranzi di nozze e feste per battesimi nei ristoranti e nelle più prestigiose location. La perdita economica per i mancati introiti e per i rimborsi, inclusi i biglietti per le manifestazioni sportive, non si può ancora determinare.
La messa al bando di ogni spostamento di persone e l’interruzione forzata di ogni attività ricettiva provocano, una bastonata sull’economia locale e pure nazionale per ora quantitativamente incalcolabile e nessuno ancora si azzarda a dare cifre che sicuramente sono di miliardi.
Anche gli altri Paesi non solo europei hanno adottato misure di restrizione a tutte le attività che implicano assembramenti collettivi ove partecipassero i nostri Italiani. Sono cancellati decine se non centinaia di Congressi e Fiere Internazionali che dovevano svolgersi in Italia o all’estero, come la Fiera Mondiale del Turismo che avrebbe avuto luogo a giorni a Berlino.
Se il contagio del virus preoccupa la salute, ormai, di tutti i cittadini del globo, sono i suoi effetti che costituiscono un altro dramma.
Per adesso i tamponi governativi alle perdite sono dei cerottini sugli squarci delle ferite che stiamo subendo.
Eravamo già lontani dalla speranza di crescita economica, o per lo meno di una stabilità seppur minima, con una recessione palese e governicchi non in grado di fermare le voragini nel sistema dell’occupazione, e, se già ieri la produttività era stagnante, oggi lo scenario è ancora più fosco ed il rischio povertà sempre più concreto.
Piangiamo i morti, preghiamo per le guarigioni, fidiamoci dei medici, prestiamo maggiore attenzione alle norme igieniche, sicuri che gli italiani ce la faranno.
Stringendo i denti ce la faremo.
Maura Sacher
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