Tribuna

Una bella tavola resiste ai tempi

«Mise en place», con pronuncia “mis an plas”, è un’espressione francese che indica la “messa sul posto” di tutto l’apparato necessario ad arredare la tavola e che concorra alla consumazione del cibo, in vista del più semplice pasto fino al più sontuoso banchetto.

Nulla deve essere lasciato al caso. Essere immersi in un’atmosfera perfetta è un piacere che rinforza tutti i nostri sensi, e non c’è età o generazione che non l’apprezzi.

Alcune persone ritengono che basta nutrirsi, mentre trascurano l’aspetto del godimento estetico dell’apparato che accompagna il cibo il quale, a parere di altri, è forse più importante ai fini di una buona digestione.
Anche consumare il pasto quotidiano sul tavolo della cucina correttamente (benché al minimo dell’arredo) apparecchiato predispone al meglio il nostro spirito all’approccio di quello che stiamo per mangiare.

 

La riuscita di un ricevimento va sicuramente dalla scelta delle pietanze e dei vini all’amalgama tra i vari ospiti e alla conversazione che si instaura, ma l’allestimento della sala in generale e delle tavola in particolare non è trascurata ad alcuna latitudine né da alcuna civiltà.

La padrona di casa deve dedicarsi con calma a predisporre un ambiente accogliente, perché l’operazione, che comprende tutta una serie di azioni fatte con ordine e precisione, richiede il suo tempo, una serenità d’animo, e amore per gli invitati.

 

Io, che vado in tensione ogni volta faccio un invito a cena, predispongo la mise en place fin dal primo pomeriggio, se non dal mattino, e, se anche mi faccio aiutare, il mio occhio vigila sempre e non c’è volta che la mia mano non aggiusti qualcosa. Per esempio, la posizione del sottopiatto rispetto al bordo del tavolo (due centimetri) e della sedia (centrata sul coperto), l’allineamento dei bicchieri (in diagonale), delle posate (a scalare e non infilate sotto il piatto), dei tovaglioli (tutti alla giusta distanza e piegati in modo uniforme), il centro-tavola che sia al centro, e così via senza trascurare di lasciare gli idonei spazi che andranno occupati dal pane, dalle brocche d’acqua, dalle bottiglie di vino, e dai vassoi di portata.

 

Tra gli ospiti c’é sempre qualcuno che noterà l’armonia e potrà apprezzare.
Non è questione di sopprimere la fantasia o di non poter manifestare la propria personalità arredando la tavola, è solo che bisogna rispettare certe regole, visto che ci sono. Sono solo “linee guida” del comportamento, sedimentate e affinatesi nei secoli. Vorrà ben dire!

 

Un consiglio, au passant: qualunque sia la sua foggia, non utilizzate una tovaglia che presenti tracce di pasti precedenti (osservatela in controluce) né visibili pieghe della stiratura/piegatura (ripassate il ferro da stiro prima di posare i piatti).

 

donna Maura


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