Un enologo trentino nel Vulture
Nei giorni scorsi Christian Scrinzi ha inaugurato a Venosa (Basilicata) la nuova cantina “Re Manfredi”
(del colosso GIV) dotata delle più moderne tecnologie.
Il Vulture guarda al futuro. In particolare Venosa, patria del poeta latino Orazio, sede di un cantina-gioiello, “Re Manfredi”, che costudisce la storia di uno dei territori storici del vino italiano.
Una tenuta che guarda al futuro con rinnovato entusiasmo grazie al dinamismo di un uomo del Nord, l’enologo roveretano Christian Scrinzi,
direttore della cantina e presidente delle aziende agricole del Gruppo Italiano Vini, il colosso che con 466 milioni di euro di fatturato, è al top nel panorama italiano, contribuendo in maniera determinante ai 698,5 milioni di euro complessivi del gruppo Cantine Riunite&Civ.
Il colosso Giv: 15 cantine dal Piemonte alla Sicilia, dal Friuli alla Puglia
“Abbiamo sempre creduto nelle potenzialità del territorio del Vulture e della Basilicata” ha dichiarato Scrinzi in occasione dell’inaugurazione della nuova cantina.
“Una regione – ha aggiunto – di antiche tradizioni oggi vocata anche all’ospitalità e al turismo.
” (L’ho verificato personalmente durante un recente tour vistando decine di castelli, antichi borghi, laghi, aree archeologiche, le Dolomiti lucane, i sassi di Matera, oltre a cantine e ristoranti, ndr).
Per la tenuta lucana che appartiene al Giv, colosso del vino italiano con 15 cantine tra Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Puglia, Basilicata e Sicilia, per la nuova cantina di “Re Manfredi” è stato stanziato un investimento che supera i 5 milioni di euro.
La tenuta “Re Manfredi” fu fondata a Venosa, patria di Orazio, nel 1998
Fondata nel 1998, la nuova struttura d’avanguardia della tenuta “Re Manfredi” ha avuto il battesimo ufficiale nei giorni scorsi alla presenza dei vertici della Regione Basilicata, che ha supportato il progetto, dal presidente Vito Bardi all’Assessore all’Agricoltura, Alessandro Galella, oltre a Marianna Iovanni, sindaca di Venosa, cittadina famosa per aver dato i natali al poeta latino Quinto Orazio Flacco.
“Dopo gli importanti lavori di scavo, è stata costruita ex-novo una struttura unica nel territorio – ha spiegato Christian Scrinzi – che vanta una linea di pigiatura con selezione delle uve, nuove presse e vinificatori in legno e acciaio e dei piccoli contenitori che permettono la vinificazione separata delle uve provenienti da vigneti diversi in modo da conservarne le peculiarità.
Nel caveau sono gelosamente custodite le annate storiche della cantina
Oggi la struttura vanta anche un caveau dove trovano posto e sono gelosamente custodite 1.600 bottiglie delle annate storiche della cantina.
La nuova barricaia interrata a sette metri di profondità ospita 200 barrique per l’affinamento dell’Aglianico del Vulture oltre a contenitori alternativi quali anfore, clayver e contenitori oeufs de Beaune utilizzati per testare tecniche di vinificazione diverse.
La cantina è anche dotata di un impianto fotovoltaico per l’autoproduzione di energia solare sostenibile.”
I vigneti di proprietà della tenuta si trovano ad una altitudine fra i 420 ai 600 metri sul livello del mare e si estendono per 100 ettari ai piedi del vulcano dormiente che domina l’altopiano con i suoi 1.300 metri di altezza.
La lava e la cenere del vulcano Vulture si sono mischiate con il suolo ricco di argilla, calcio, azoto e tufo contribuendo a creare un terroir unico nel suo genere e nel panorama vitivinicolo del Mediterraneo.
Il vino principe della Basilicata è Sua Maestà l’Aglianico del Vulture
Il vitigno principe della Basilicata è l’Aglianico del Vulture, ribattezzato il Barolo del Sud, che la tenuta “Re Manfredi” interpreta in tre versioni: il Taglio del Tralcio, il Re Manfredi e il Superiore Vigneto Serpara, un cru prodotto da uve coltivate nel comune di Maschito in un vigneto di soli 6 ettari.
Tre grandi vini che soddisfano un consumatore curioso e raffinato alla ricerca di vini particolari.
Ma “Re Manfredi” produce, con successo, anche un vino bianco da vitigni inusuali per il Vulture tra i quali i nordici Traminer e Müller Thurgau che il microclima peculiare della zona consente di coltivare con grande soddisfazione.
L’opera della nuova cantina, ha spiegato il direttore tecnico e presidente delle aziende agricole del Gruppo Italiano Vini Christian Scrinzi, è stata realizzata grazie al contributo della Regione Basilicata, che ha creduto fermamente nel progetto affinché l’Aglianico possa raggiungere orizzonti sempre più ampi e affermarsi ai vertici dei più blasonati vini di pregio internazionali.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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