Le Festività religiose sono appena trascorse ma le occasioni di far festa non sono terminate, anzi con il nuovo anno abbiamo dodici mesi davanti a noi per brindare a qualsiasi evento che riunisca delle persone, e pure quando ne abbiamo voglia in solitudine.
Chi ha organizzato incontri in casa tra parenti ed amici per trascorrere in letizia i Cenoni e i pranzi solenni degli ultimi giorni, ha certamente dovuto fare i conti, oltre ai vini da servire in armonia alle pietanze, anche e soprattutto con i bicchieri giusti per farli apprezzare al meglio.
Siamo certi di non dire un’eresia nell’affermare che i bicchieri sono diventati uno «status symbol», non sono molte le famiglie italiane che possono permettersi di rinnovare i propri servizi di bicchieri ad ogni moda che si impone in un tot di annate, oltre a quelli acquistati/ricevuti/inseriti nella lista in occasione delle nozze e cioè quelli che offriva il mercato in quel momento.
Chi non ha ancora da qualche parte il tris di calici di cristallo di Boemia con gambo lungo per acqua, vino, spumante o quelli per wodka, whiskey, limoncello, grappa, cognac, e altre bevande, targati anni ’70-80? Nemmeno coloro che hanno messo casa nell’ultimo trentennio hanno potuto evitare di accettare quello che c’era in negozio. E chi non ha aggiornato la propria vetrinetta in sala da pranzo con le nuove forme e misure, chi si è sottratto all’imperativo dell’essere “in” per non svalutarsi di fronte agli ospiti?
Le varie degustazioni di vini, ad ogni piè sospinto, in collaborazione con le aziende produttrici di bicchieri, vanno a dimostrare che non esiste un bicchiere generico adatto ad ogni vino. La spiegazione chimico-fisica è che «la forma del bicchiere fa accumulare molecole aromatiche in vari strati a seconda del loro peso specifico, lasciando annusare solo quelle più in alto: diametro e forma del calice distribuiscono gli input in maniera diversa». Certamente è vero che il bicchiere scelto influisce in maniera determinante nella godibilità dei vini presentati.
Una sottigliezza cara ai veri intenditori, ma i nostri ospiti apprezzerebbero comunque i nostri vini se noi davanti a loro non ce ne vantassimo? E se un vero intenditore fosse invitato a casa nostra e facesse obiezioni sui vini e sui bicchieri, come ci sentiremmo? Una festa rovinata e un amico di meno!
Non possiamo negare, tuttavia, sia positiva la campagna divulgativa che insiste sul bicchiere per educare il consumatore ad assaporare il giusto vino nel perfetto contenitore. Fa bene ai produttori e al mercato, stimola i degustatori professionali, ma per favore cari ospiti, intenditori o pseudo, lasciateci un margine di autonomia nell’intimità della nostra sala da pranzo, altrimenti ci rovinate la festa.
Maura Sacher
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