Il Consorzio per la tutela vini Soave e Recioto di Soave affida ad un comunicato stampa la sua fiducia che l’entrata in vigore del Testo Unico sul vino porterà dei benefici al territorio del veronese e ai consorzi di tutela di vitigni tipici autoctoni.
Secondo il Presidente del Consorzio, Arturo Stocchetti, la normativa farà rientrare il Soave, in qualità di primo paesaggio rurale di interesse storico d’Italia, nelle misure effettive di tutela e salvaguardia grazie all’articolo 7 che recita: “lo Stato promuove interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei vigneti delle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o aventi particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale, di seguito denominati «vigneti eroici o storici».”. In questi contesti eroici sono nate le prime zone vitivinicole venete e italiane e oggi queste aree hanno un maggiore bisogno di tutela a fronte della crescente concorrenza nei mercati.
La doc veronese, con la dicitura “Le Colline vitate del Soave”, è la prima denominazione italiana ad ottenere il riconoscimento di “Paesaggio rurale di interesse storico” entrando a far parte del “Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali”, istituito dal Ministero delle politiche agricole e forestali con decreto ministeriale n.17070 del 19 novembre 2012.
Grazie all’articolo 7 del testo Unico l’importanza di questo riconoscimento nel Soave non resta solo su carta ma diventa effettiva dal momento che esistono i requisiti per rientrare in specifiche azioni di tutela e salvaguardia poste in essere dallo Stato.
Si tratta di una novità assoluta foriera di nuovi scenari nel sistema vitivinicolo nazionale che, anche a causa di una inefficace attuazione delle norme legate alla distribuzione delle nuove autorizzazioni all’impianto, vede l’espansione dei vigenti sempre più verso la pianura.
Il comunicato del Presidente del Consorzio del Soave assegna con orgoglio ai consorzi di tutela il ruolo di primo piano in questa nuova partita.
«Molto – conclude Stocchetti – dipenderà dalla formulazione dei tanti decreti attuativi che dovranno essere approvati. Sia la protezione delle denominazioni a livello Europeo (art. 32) sia la norma più snella per le rivendicazioni o le modifiche delle DOC (art. 38) sia il ruolo del consorzio nella gestione della denominazione (art. 39), unitamente alla determinazione dell’obbligo di contribuire alle azioni consortili per tutti gli utilizzatori della denominazione (art. 81), confermano tuttavia la centralità dei consorzi nel sistema vitivinicolo italiano fatto di territori, di piccoli produttori e di vitigni unici».
Maura Sacher
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