A Tenuta Santa Maria con Denela, Forsellina e Simesara
Prendi una storica cantina Veronese, un gruppo di esperti appassionati “archeologi” della vigna, votati al recupero ed alla scoperta di varietà dimenticate o sconosciute ed una serie di “assaggi campione” delle suddette varietà.
Questi sono gli ingredienti dell’incontro che si è svolto il 19 luglio alla Tenuta Santa Maria con l’associazione G.R.A.S.P.O., una tavola rotonda che nasce dalla voglia e dalla passione della cantina e dei suoi tecnici di reinserire nelle loro varietà coltivate, la tradizione persa e dimenticata di autoctoni della Valpolicella.
Vitigni che possano andare a completare, caratterizzare e mantenere nel futuro la tipicità dei loro vini del territorio.
L’associazione G.R.A.S.P.O. si occupa di identificare, riscoprire, vinificare e catalogare antichi vitigni o minori, sul territorio italiano e proprio a loro si sono rivolti i produttori di Tenuta Santa Maria per un focus sui rossi da selezionare e valutare per il futuro inserimento nei blend delle Denominazioni del territorio prodotte.
Con i fratelli Giovanni e Guglielmo Bertani e la loro squadra di consulenti, gli enologi Stefano Gabrieli, Luca Rettondini e l’agronomo Stefano Amedeo, il gruppo di G.R.A.S.P.O. rappresentato dagli enologi Aldo Lorenzoni, Luigino Bertolazzi , Elia Quarzago ed il custode della piantata storica Urbana Gianmarco Guarise, hanno proposto una selezione di vitigni storici della zona della Valpolicella.
Partendo con il delicato colore della Rossignola declinata nella versione spumante, poi Quaiara, doppia annata di Denela , Forsellina e Dindarella, Simesara e Pomella, un’altra doppia annata di Turchetta e Corbina anche in versione con leggero appassimento, per poi finire con l’impenetrabile Spigamonti.
Nomi antichi come questi vitigni che richiamano la loro origine o le caratteristiche proprie dell’uva.
Varietà perse, ma strategiche perchè genitori naturali nel tempo di altre varietà che forse conosciamo di più come nel caso della Quaiara genitore della Glera.
Un confronto serrato e molto stimolante analizzando profili aromatici, punti colore, trama tannica ed acidità alla ricerca dell’ equilibrio perfetto con le altre uve.
Il valore di questa degustazione, volta a riscoprire la tradizione e valorizzarla, sta anche nel trovare le caratteristiche agronomiche ed enologiche adatte dell’uva per i terreni e l’identità del produttore, un confronto che deve essere sincero sui punti di forza e debolezza di ogni singola varietà.
Varietà ricche di identità e carattere che però negli anni sono state spesso abbandonate e sostituite con vitigni più facili o a favore i vitigni internazionali e di più “facile comprensione”.
La decisione di inserire alcune di queste varietà facendo nuovi impianti va incontro oltre che ad una ricerca culturale anche ad un bisogno imposto dagli ormai evidenti cambiamenti climatici che creano sempre maggiori problemi alle coltivazioni delle varietà tipiche Valpolicellesi.
Le ricerche evidenziano infatti la maggiore resilienza di molte di queste varietà alle malattie crittogamiche ed in molti casi un’importante acidità che in questi tempi è assolutamente strategica.
Un progetto che alla luce degli assaggi effettuati potrebbe presto trasformarsi in un campo di confronto e di conservazione di queste antiche varietà che testimoniano l’enorme biodiversità viticola ancora presente in Valpolicella ed in tanti altri territori.
Una esperienza di collaborazione e confronto con Tenuta Santa Maria foriera di nuovi incontri e sicuro stimolo per nuovi ed importanti progetti.
Il viaggio di GRASPO continua…
Silvia Melotto
Foto di Gianmarco Guarise
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Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani – Winery & Wine Shop
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