Per arrivare alla Taverna dei Barbi si devono percorrere strade bellissime, gustarsi colline vitate e boschi. Nella bella stagione il verde brillante delle vigne spicca sullo sfondo di quello più cupo del bosco, in autunno il giallo carico del Sangiovese riscalda il cuore e in inverno la magia delle viti spoglie porta a pensieri profondi. Un viaggio interiore che continua a tavola per chi sa ascoltare il territorio che “si racconta” dentro ogni portata. Siamo a pochi chilometri da Montalcino, all’interno della Fattoria dei Barbi, dove tutto parla di lavoro, competenza e storia del territorio.
L’interno della Taverna dei Barbi è accogliente, caldo come ci si aspetta da un locale di tipica cucina toscana, dove la tradizione senese la fa da padrone in ogni periodo dell’anno. Il grande camino al centro della sala richiama l’attenzione su di se mentre le finestre illuminano riportando all’interno la bella natura che regna fuori. Nata negli anni ’50 sulla scia della richiesta di chi si recava in fattoria per assaggiare il Brunello di Montalcino prodotto in fattoria, la Taverna è ancora un punto di riferimento importante. Dopo aver visitato le splendide cantine e casomai aver acquistato qualche bottiglia è consigliabile continuare a degustare il vino con i sapori della tradizione.
Alla Taverna dei Barbi si guarda alla qualità. In cucina Lucia è la cuoca genuina che ci si aspetta in una taverna. Piatti della tradizione cucinati a dovere, con prodotti della fattoria e adatti ai vini forti che devono accompagnare Dal Brunello al Morellino passando per eccellenti vini bianchi. Accanto ai formaggi della fattoria Lucia propone confetture deliziose secondo la stagione: noi abbiamo assaggiato pere e zenzero, frutti mist con ortaggi e una “preziosa” gelatina di Brunello. Non possono mancare i salumi ottimi come il salame al vino.
Pasta fatta in casa per le pappardelle di stagione (noi abbiamo gustato quelle alla lepre) o per la passata di ceci dove la presenza di qualche cece, un rametto di rosmarino e un filo d’olio di fattoria esaltano la semplicità della categoria zuppe. Naturalmente presenti i pinci (i pici senesi) conditi con sughi di cacciagione o classicamente all’aglione.
Galletto in umido con i sedani rifatti, ricetta della tradizione senese, bistecca di Chianina o ancora cinghiale in “Dolcefforte” altra antica ricetta toscana. Puntare sulla toscanità riproponendo ricette antiche come quella del Caffè in forchetta e molte altre che, di mese in mese, vengono proposte è la prerogativa del locale che lega così la proposta culinaria al territorio di appartenenza.
Dolci fatti rigorosamente in casa (noi abbiamo assaggiato la crostata con marmellata d’uva friabile e leggera, con il giusto grado di dolcezza) e ricette per chi è vegetariano come l’altra ricetta storica del sugo finto toscano.
Immancabile chiusura della cena o del pranzo alla Taverna dei Barbi con un Vinsanto dei Barbi prodotto con 55% di uve trebbiano, 35% malvasia e 10% sangiovese un vino abboccato difficile da trovare, che invecchia magnificamente (nella cantina della Fattoria ci sono bottiglie del 1870) e a seguire una buona grappa da quella di Brunello alla riserva o a quella di Chianti c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Un consiglio? Presentatevi digiuni alla Taverna dei Barbi e portatevi dietro l’autista se volete rincasare in sicurezza!
Roberta Capanni
Prezzo medio per un pasto dall’antipasto al dolce vini esclusi 45-50 euro ma ci sono menù degustazione ottimi a prezzi molto accessibili.
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