Sulla “querelle” Prosecco/Prosek (o Prošek, grafia slovena e croata, si pronuncia “Proscek”) finalmente il tavolo di lavoro ha concluso le sedute con una concorde mozione che sarà spedita a Bruxelles.
Sono state raccolte testimonianze e documentazioni che provano che il termine “Prosek” non è altro che la traduzione di “Prosecco”.
E che Prosecco è il nome della cittadina del carso Triestino, dove oggi come secoli fa si coltiva l’uva di Prosecco, che poi – perché non venisse confusa con quella che il Veneto, dalle parti di Treviso, coltivava intensamente e che si è fatta riconoscere come DOC nel mondo – venne declassata a semplice “Glera”, nome del vitigno da cui si ricava l’uva Prosecco.
Tanto che dalle parti di Trieste, al bar o in osmiza, non si può dire “Portami un calice di Prosecco”, si deve chiedere “un frizzantino”!
Prosek è Prosecco
Bella scoperta! Persino su Wikipedia è scritto!
Ma per consolidare la motivazione del rigetto alla pretesa croata, la task force mobilitata ha recuperato delle mappe “ufficiali” che partono dal 1300 e «che fanno vedere che prima di Trieste c’è una città che da allora si chiamava Prosek».
E che ciò sarebbe, lo dice il Governatore Luca Zaia, «la dimostrazione, la prova provata, che il toponimo che ha dato la riserva del nome al Prosecco nel 2009 è lo stesso» (Fonte delle cit. ANSA del 2 novembre 2021).
Ma c’è di più
Hanno in mano una prova inconfutabile, grazie al contributo della famiglia Zonin, che tra i cimeli storici di famiglia aveva proprio un documento cruciale: un’incisione in rame, una mappa del 1585.
Dove la città triestina di Prosecco è chiamata Prosek «perché a quel tempo il Friuli Venezia Giulia era sotto la dominazione asburgica e i nomi venivano riadattati alla lingua del sovrano».
È questo l’asso di briscola della documentazione che la task force italiana ha appena terminato di preparare per difendere a Bruxelles il Prosecco.
«Attraverso queste incisioni di rame si evince il collegamento storico tra l’area geografica intorno a Trieste e il vino Prosecco» (fonte: ilsoleSole24ore).
Forse non bastava leggere i libri di Furio Colombo “Il Prosecco patrimonio del Nord-Est” (2014) e “Perché Prosecco. Le nobili origini di un vino triestino” (2012), in cui lo storico ha svolto approfondimenti storici con dovizia di testimonianze e documenti anche antichi, risalendo nella sua ricerca fino all’imperatrice romana Giulia la quale, è risaputo, amava particolarmente il vino di quelle parti, all’epoca chiamato Pucino, che alcuni ricercatori avvicinerebbero al Prosek/Prosecco.
Prosek è Prosecco
Va beh, sembra fatta, speriamo bene!
Maura Sacher
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