I primi iniqui dazi sono stati introdotti a Ottobre 2019. Nel 2020 l’allarme provocato dalle nuove medievali gabelle ha creato una frenetica corsa ad accumulare scorte senza precedenti.
Nel primo bimestre a cavallo dell’inizio ufficiale della pandemia si è registrato un record per le esportazioni di vini italiani.
Un risultato molto utile alla luce dei mesi successivi contrassegnati dalla contrazione dei consumi provocato dalla pandemia soprattutto per il blocco del canale HORECA.
Nei primi undici mesi del 2020 l’Italia è l’unica nazione ad essere rimasta stabile nelle importazioni Usa di vini fermi e spumanti / frizzanti.
La variazione è stata dello 0,1 % per un ammontare di 1,34 miliardi di dollari. I nostri cugini d’oltralpe hanno perso il 31,3 % in valore e il 19 % in volume.
Assai peggio i tedeschi con un meno 33,4 % di controvalore e un meno 15 % in volume, leggermente meglio dei galletti francesi.
Meglio nel peggio la Spagna con meno 12,3 % di valore e meno 8 % di volume.
L’unica nazione che incrementa il valore di vendita è la Nuova Zelanda che segna un più 7,6 %.
Personalmente non mi sono mai piaciuti i vini neozelandesi, questione di gusti personali.
L’Italia è l’unico tra i primi dieci paesi esportatori in Usa a non perdere valutazioni nei prezzi medi.
Negli ultimi otto anni dai 5,53 dollari per litro si è arrivati a 5,93 dollari.
I vini francesi sono passati da un valore medio nel 2013 di 10,15 dollari a 8,13 euro al litro nel 2020.
La Francia assieme alla Germania è stata colpita dal 12 Gennaio da nuove gabelle Usa che hanno incluso tutti i vini esclusi dalla lista precedente con un notevole ulteriore danno.
Tutti i vini fermi francesi e tedeschi che recano un contenuto alcolico superiore o inferiore al 14 % sono soggetti alla tariffa.
Fino al recente aggiornamento delle cagnotte le tariffe erano applicate a vini fermi con un contenuto alcolico non superiore al 14 %.
Anche i cognac e le acquaviti sono inclusi mentre in precedenza la maggiorazione del 25 %, la cosiddetta Tariffa Airbus, non comprendeva queste tipologie.
Oltre alle cantine italiane ed europee anche il mondo della ristorazione Usa si attende una tregua se non addirittura una fine per questa assurda guerra commerciale.
Umberto Faedi
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