
La sostenibilità tra pacchetto omnibus e strategia aziendale – il punto di vista di ESG solution
Il 26 febbraio scorso, la Commissione Europea ha presentato il pacchetto Omnibus. Il pacchetto ha l’obiettivo di semplificare e rendere meno oneroso rendicontare, (a tal proposito propone di intervenire su CSRD, CSDDD e Tassonomia) ma ha anche l’obiettivo di rafforzare la competitività dell’UE. Non dimentichiamo che si innesta nell’attuale conteso geopolitico, (v. politica economica Trumpiana) è per questo che oltre che semplificare, a mio avviso la commissione europea ha di molto ridimensionato la transazione europea verso la sostenibilità iniziata nel 2015 con gli accordi di Parigi (Green Deal). Se da un lato una semplificazione dell’ intera normativa era attesa ed auspicata da tutti gli operatori economici, dall’altro lato l’attuale formulazione del Pacchetto Omnibus genera non poca incertezza.
Il Pacchetto prevede:
· Il posticipo di 2 anni della rendicontazione di sostenibilità per le aziende obbligate “Stop the clock”
· Ridimensionamento nell ambito dell applicazione della CSRD (aziende con più di 1000 dipendenti) saranno tagliate circa 80% delle aziende precedentemente obbligate.
· Semplificazione standard e riduzione dei datapoint (obbligatori e volontari)
· Sospensione degli standard settoriali
· Pubblicazione nuovo standard volontario VSME per aziende con meno di 1000 dipendenti. Questo standard volontario sarà il nuovo value chain, le imprese che rendicontano in base alla CSRD non devono chiedere più di quello che verrà stabilito nel VSME (nei VSME no doppia materialità)
· Limited assurance
Per contro, la proposta non tocca la doppia materialità e non tocca la catena del valore.
Il 02 aprile 2025 il Parlamento Europeo con largo consenso, ha approvato la proposta della Commissione Europea ed ora serve l’approvazione del Consiglio Europeo, (di fatto un atto meramente formale considerando che il Consiglio ha già sostenuto il testo il 26.03.2025). Ora inizia l’iter parlamentare, per il quale è stata chiesta la procedura d’urgenza.
Serve ricordare che oggi la CSRD è in vigore ed operativa in Italia nella sua versione precedente e che occorre attendere prima l espletamento dell’iter Europeo sopra descritto, e successivamente intervenire a livello di parlamento Italiano per adottare il pacchetto Omnibus.
Consentitemi alcune considerazioni:
Se da un lato l’Omnibus modifica CSRD CSDDD e Tassonomia, giova ricordare che tutte le normative finanziarie (EBA compresa) sono tutt’ora in vigore e questo crea un notevole disallineamento. Da un lato le aziende avranno un minor obbligo di rendicontare e per questo anche alle Banche mancheranno alcuni dati per consentire loro di prezzare nei loro modelli il rischio ESG delle aziende che finanziano, hanno bisogno di dati omogenei, affidabili e granulari ma soprattutto comparabili di tutti i soggetti economici e non solo di quelli soggetti alla nuova CSRD. Le banche sono obbligate dalla vigilanza a rendicontare il GAR e questo potrebbe creare un vantaggio competitivo se non una discriminazione a favore delle aziende obbligate ma anche a favore di quelle che pur non obbligate, continueranno su base volontaria ad applicare i criteri di tassonomia e quindi di non adottare il processo semplificato.
E’ evidente che c’è stata una crescente consapevolezza da parte di tutti gli stakeholder attorno alla sostenibilità, per questo penso che se anche le proposte UE del pacchetto Omnibus verranno adottate in toto dal Parlamento Europeo, ne uscirà comunque rafforzata la rendicontazione volontaria per cui le aziende anche se non obbligate continueranno i propri percorsi attorno alla sostenibilità.
Le aziende piccole, medie e grandi, rendicontano rispetto alla sostenibilità perché ci credono veramente, non perché sono obbligate, rendicontano perché hanno riscontri molto positivi dal mercato. Fanno la rendicontazione perché è strategico. E’ per loro un’opportunità. E’ fondamentale misurare e capire meglio come sviluppare in maniera dinamica il fare impresa.
Quando parliamo di ESG parliamo soprattutto di competitività, non è più solo una questione di valori ne di etica.
L’unico vero rischio che intravvedo con questa “deregolamentazione” è il rischio Green Washing.
Per concludere cito il Prof. Zambon, in un recente webinar di OIBR sostiene che tutto si sposta sul piano strategico, la questione non è etica ma economico-finanziaria, tanto più che facendo una provocazione propone di non parlare più di sostenibilità ma di: Costi, opportunità, rischi, gestione del valore, procedure, processi .
LA SOSTENIBILITA’ E’ STRATEGIA
Personalmente sposo in toto e condivido al 100% queste parole del Prof. Zambon .
Per chiudere, ben vengano le semplificazioni coerenti anche con gli obiettivi strategici dell’UE, ma senza disperdere il lavoro di anni fin qui fatto e lo spirito del Green Deal a partire dal 2015. Al riguardo sarebbe auspicabile anche che la commissione UE conduca ex post un attenta ed approfondita analisi costi-benefici.
Sono Mauro Vanzini fondatore di ESG Solution Srl SB società di consulenza specializzata in percorsi di sostenibilità per le PMI visita il nostro sito: www.esg-solution.it
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