Solidarietà a Venezia? perché no. Una settimana di maltempo sull’Italia intera, ancora non conclusa, sta mettendo a dura prova la tempra della cittadinanza coinvolta e la valentia dei media che stanziano il loro giornalisti per raccontare i fatti, giorno dopo giorno, ora per ora.
Con i piedi nell’acqua, sotto la pioggia battente, anche senza l’ombrello, davanti a fiumi in piena, tra la neve, dal Nord al Sud della penisola, le troupe documentano i disastri, filmando spiagge ingoiate dal mare, case disastrate, gente evacuata, campagne allagate.
Oggi lasciamo ad altri le polemiche sul sistema, oggi volgiamo il nostro pensiero solo alle persone.
Mentre da tutto il mondo sono giunti messaggi di affetto e solidarietà, per Venezia, città conosciuta ed amata in tutto il mondo per le sue particolarità, dalla Cina all’America, e per Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, hanno gracchiato molti leoni da tastiera.
Tra post e commenti su twitter e Facebook, ma anche con qualche video in diretta, sembra che in Italia non possa mancare chi si diverte a speculare sulle disgrazie altrui. Anche chi accusa altri di specularvi.
Non solo le principali testate giornalistiche hanno aperto conti correnti mirati a raccogliere fondi, ma pure altri Enti ed Istituzioni, private o pubbliche, si sono attivati per elargire donazioni, a sostegno dei negozianti e delle famiglie che hanno avuto botteghe, laboratori, officine, case allagate, a Venezia come a Bellestrina, o a Burano e Murano.
Così ad esempio la SIAE che dona 150mila euro per aiutare le librerie e le biblioteche andate sott’acqua, o la Confcommercio Ascom Venezia che promuove una raccolta fondi per sostenere le aziende gravemente danneggiate o a rischio chiusura.
Eppure i Veneziani non si arresi né sotto la straordinaria “acqua granda” (la più alta dopo il 1966, anno altrettanto drammatico in mezza Italia) né davanti all’andirivieni delle alte maree di questi giorni. Ancora prima di quantificare i danni delle merci perdute e dei frigoriferi ed altri elettrodomestici andati in tilt, si sono messi a spazzare l’acqua da negozi, alberghi, ristoranti, abitazioni, scantinati, e a ripulire tutto dalla salsedine.
Eppure, la situazione a livello turistico, come è stato documentato dai servizi giornalistici, non è drammatica, come alcuni vogliono far credere, anzi gli studenti universitari sono arrivati lo stesso, molti turisti in gite programmate pure, altri giunti di proposito per far sentire la loro vicinanza ai Veneziani e contribuire, con la loro presenza, all’economia di una città, che in ginocchio è stata, sì, ma solo per un attimo.
Siamo certi che chi ha guardato le immagini dei telegiornali non mancherà di andare a Venezia anche per Natale, nonostante certi gufi drammatizzino!
Maura Sacher
PS: Anche il Comune di Venezia ha aperto un conto bancario. Causale: contributo emergenza acqua
• Per bonifici effettuati dall’Italia: IBAN: IT 24 T 03069 02117 100000 018767
• Per bonifici effettuati dall’estero: oltre al medesimo IBAN è necessario riportare il codice BIC: BCITITMM
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