E se ti dico Gewürztraminer che cosa rispondi? La Cantina di Termeno o Cantina Tramin conosciuta in Italia e nel mondo come la Casa del Gewürztraminer.
Nei giorni scorsi in concomitanza con il Merano Wine Festival ha organizzato un workshop internazionale.
Ha offerto ad una platea elitaria di sommelier, winemaker e giornalisti l’opportunità di confrontare i Traminer delle due regioni più vocate.
La produzione di questo straordinario vino aromatico: l’Alto Adige e l’Alsazia.
Moderatore d’eccezione il critico Stephan Reinhardt di Robert Parker’s Wine Advocate. Profondo conoscitore del vitigno protagonista della kermesse.
Reinhardt durante il tasting ha messo in risalto le peculiarità dei terroir delle due regioni e i loro stili di vinificazione.
Questi danno vita a vini di straordinaria longevità, dove potenza ed eleganza si uniscono in un matrimonio d’amorosi sensi.
Un esempio emblematico è il mitico Epokale 2009 di Cantina Tramin.
Nel 2018 ha ottenuto proprio da Wine Advocate il punteggio astronomico di 100 punti su 100, tagliando un doppio traguardo.
Essere il primo vino bianco italiano e il primo Gewürztraminer a raggiungere il massimo punteggio attribuibile dall’autorevole testata americana, mettendo così la varietà ancor più al centro della scena enologica e del confronto tra chi la critica e chi la ama.
All’evento organizzato a Termeno si sono dati appuntamento 90 sommelier provenienti da 13 paesi. Ad esplorare le potenzialità del Gewurztraminer, oltre al critico enologico Stephan Reinhardt, referente di Robert Parker’s Wine Advocate in Alsazia, Valle della Loira, Germania, Austria e Svizzera, si sono alternati Willi Stürz, kellermeister di Cantina Tramin e Jacky Barthelmé, titolare del Domaine Albert Mann di Wettolsheim (Alsazia).
La degustazione ha fatto emergere due interpretazioni parallele di un vitigno che in Alto Adige e Alsazia.
Incontra climi e terreni differenti, oltre che stilistiche peculiari. Ad accomunare i due produttori la consapevolezza di essere di fronte ad una varietà estremamente complessa.
Difficile da gestire in fase di raccolta, data la precoce ricchezza di zuccheri rispetto ad una più tardiva maturazione fenolica.
Un’uva coltivata a varie latitudini, ma in grado di esprimere l’eccellenza solo quando gli elementi del terroir trovano il giusto equilibrio. Il vino che se ne ottiene è solo apparentemente semplice, con una profondità che si rivela appieno nell’evoluzione, dove la propensione all’invecchiamento risulta sorprendente.
“Per molti versi il Gewürztraminer potrebbe essere definito il vino rosso tra i vini bianchi. Ci sono elementi della struttura e una certa tannicità di alcuni grandi Gewürztraminer che ricordano il Pinot Nero” ha dichiarato Stephan Reinhardt. Un parallelo peraltro suffragato da numerosi studi ampeleologici, secondo i quali esiste una parentela di primo grado tra il Pinot Nero e il Traminer.
Il Workshop è quindi proseguito con un laboratorio di wine&food pairing sotto la guida dei sommelier altoatesini Eros Teboni e Daniel Erlacher. Sei Gewürztraminer delle due aziende, diversi per freschezza, complessità e residuo zuccherino sono stati proposti con otto pietanze, dall’antipasto ai secondi piatti, invitando gli ospiti a trovare il giusto accostamento. Il Gewürztraminer ha così rivelato la propria versatilità, dimostrandosi adatto sia ad abbinamenti già in parte consolidati, come con un risotto alla zafferano e liquirizia, che con accostamenti più insoliti, come con una pancetta leggermente piccante.
Tornando al Gewürztraminer è ancora acceso il dibattito sulle sue origini, rivendicate, tanto per cambiare, dai cugini francesi, dai tedeschi e da noi italiani. In particolare dagli abitanti di Termeno: Gewürz sta per speziato, aromatico e Traminer sta per “originario di Termeno”.
In realtà forse la verità sta nel mezzo.
In un convegno tenutosi proprio a Bolzano, il Professor Scienza, insieme ad altri noti ricercatori internazionali, sarebbe giunto alla conclusione che il Traminer (o Gewürztraminer) è originario dell’Europa centrale. Solo successivamente è stato importato a Termeno. Una cosa, comunque, è innegabile: è proprio a Termeno che il Traminer ha trovato l’habitat e le condizioni pedoclimatiche ideali per diventare il vitigno principe del territorio, apprezzato non solo in Italia ma nel mondo intero.
(GIUSEPPE CASAGRANDE)
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