Possono essere una minaccia le sardine? Beati i pescatori che le pescano, e chi è del mestiere sa bene ci vuole una concomitanza di fattori orari e meteo-climatici per riempire le reti, benché siano diffuse nei nostri mari e viaggiano in banchi formati da migliaia di individui guizzanti.
Le sardine sono saporite e gustose, facilmente deperibili, e se non sono fresche nemmeno i gatti le vogliono. Il destino della sardina è finire nell’olio, in frittura anche impanata, in doppio, o in vasetto, arrotolata su sé stessa, da acciughe o alici.
È una fonte di Omega3, tuttavia sconsigliata per chi ha la uricemia alta. E solo così costituiscono una minaccia, alla salute.
Le sardine, oggi, dal mare si sono trasferite in piazza, e, trasformandosi in persone, “minacciano” di invadere tutte le piazze della Penisola, per elevare la loro voce di protesta, non al Governo bensì ad un partito che sta all’opposizione.
Con un calendario già stabilito, che non ha nulla a che fare con le fasi lunari.
Di lunare è solo lo spirito che le fa guizzare di qua e di là, giovani, adulti e anziani, al seguito del giovanotto riconosciuto come uno dei leader, il quale interrogato sul MES ha saputo solo dire “Sono laureato in Economia e commercio ma è da un po’ di tempo che non pratico…” cioè nessuna risposta. Zero in economia ed anche in politica, perché opinioni in merito non ne ha. E c’è qualcuno che vorrebbe dare il voto ai sedicenni!
Il giovanotto, invitato di qua e di là, dichiara di non avere intenzione di fare un partito del movimento delle sardine, certo, perché sa bene che nei banchi, branchi, delle piazze i partiti sono già rappresentati.
Ma quale minaccia al sistema possono mai raffigurare?
A dire il vero, nemmeno una risorsa, se non sanno dove vogliono arrivare.
E quanta ipocrisia nei personaggi di vari schieramenti nel dire che ben venga la gente in piazza, dimostrazione di democrazia. Beh, ovvio, visto che non siamo in un Paese a regime dittatoriale.
Posso dire la mia? Meno male che la mia gatta non guarda la tv e non legge i giornali, altrimenti non mi mangerebbe più le sardine, non per pietà ma perché ne sarebbe disgustata dall’uso che ne vien fatto.
Maura Sacher
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