Santimaria, la gustosa tradizione del pollo alla brace e dei bigoli
Il riscatto del pollo!
Complici i ‘bigoli’.
La rivincita di questi due piatti tipici della gastronomia dei Colli Euganei è partita laddove tutto è iniziato 67 anni fa: da Santimaria a Boccon di Vo’.
Nella trattoria fondata, nel 1956, da Palmino e Bertilla. Da tre generazioni il locale, ristrutturato con intelligenza e stile, continua a proporre il pollo alla griglia.
Nei giorni scorsi la cena a tema: “Bigoi e pollo alla brace, ora come allora”.
Un successo non solo per la presenza di numerosi abituali frequentatori, ma anche per il coinvolgimento di giornalisti del settore enogastronomico, tra cui Anna Maria Pellegrino, storica della Cucina volto noto del programma Geo su Rai 3, Renato Malaman, autore di numerose guide gastronomiche.
Per l’evento sono arrivati anche i complimenti del governatore Luca Zaia.
“La trattoria Santimaria – ha scritto – è un punto fermo nel panorama gastronomico veneto.
Un valido esempio della tradizione del fare buona cucina che si tramanda da tre generazioni”.
Anna Maria Pellegrino ha ricordato che le “trattorie, specialmente quelle a gestione famigliare, sono i luoghi dove il cibo è il ritmo del convivio di tutti i giorni”.
Mentre Malaman ha tracciato la storia del locale.
Tutto è nato occasionalmente un giorno di maggio, di tanti anni fa, durante il mercato delle ciliegie.
Quando i contadini promuovevano la loro mercanzia trasportandola in cesti appesi ai “bigolli” (“bicolli”, bastoni arcuati posti sul collo ai quali venivano agganciate le merci pesanti bilanciandole) o, i più fortunati su carretti trainati da buoi.
Terminato il mercato, un commerciante entrò nell’osteria attratto dal particolare profumo proveniente dalla cucina. Curioso, ma soprattutto affamato, chiese alla signora Bertilla cosa “bolliva in pentola”: il buon odore risultò essere pollo ai ferri. Apprezzatissimo.
Da allora il passa parola ha fatto il resto.
Da un buongustaio di passaggio si arrivò ad un numero sempre maggiore di persone che cominciarono a frequentare la trattoria la quale, con il passare del tempo, iniziò ad offrire una scelta più ampia oltre al pollo.
Forti di questa novità culinaria apprezzata da una clientela ormai sempre più numerosa, oltre al piatto forte, si aggiunsero all’offerta altri prodotti tipici di produzione familiare.
“Oggi come allora – dice Luca Santimaria, che ha preso il testimone dal papà Claudio – la cottura del pollo è lenta, sapiente ed attenta. Per fare le braci utilizziamo solo i tralci di vite potati nel nostro vigneto”.
La brace di questo tipo di legno minuto fa miracoli e Luca ci tiene a far risaltare che la qualità dei “piatti storici” il pollo alla brace e i bigoli al torchio, conditi poi in più maniere, si costruisce passaggio dopo passaggio.
Non solo. Luca vuole dare un valore alla tradizione del pollo alla brace e alla lunga tradizione di famiglia.
“Qui – spiega – sono passate generazioni di clienti, rodigini, vicentini, padovani, ferraresi perché il pollo alla brace, con il particolare sugo (ricetta segreta) è una pagina importante nella storia della cucina dei Colli Euganei.
Luca si riferisce a quella cucina semplice e schietta che piace sempre.
Da Santimaria vengono messi alla brace 150 polli alla settimana.
Il menu propone, in alternativa, succulenti costate. Mentre il dessert non può mai prescindere dal peccaminoso, quanto ghiotto, zuccotto preparato dalla mamma Tiziana, secondo la tradizione tramandata da Bertilla.
I vini, principalmente i rossi Doc, sono quelli dei Colli Euganei.
La trattoria è chiusa il martedì, telefono 049/9940060.
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