Ritorna periodicamente in primavera l’allarme sulla sopravvivenza delle api e in concomitanza la lotta ai pesticidi, in particolare nell’occasione della Giornata Mondiale della Terra.
L’uso non controllato dei pesticidi, nella pratica agricola come antiparassitari, come pure i diserbanti o erbicidi al glisofato utilizzato anche nelle zone cittadine, sono una minaccia per gli impollinatori e per la nostra salute.
Numerose pubblicazioni scientifiche dimostrano la pericolosità per la salute umana di molte sostanze impiegate in agricoltura.
Come del resto, è ben vero che da diversi d’anni gli stessi apicoltori lamentano morie di api con perdite dei loro prodotti d’alveare, e di conseguenza del fatturato d’impresa.
Certamente l’impollinazione è uno dei servizi ecosistemici più importanti forniti dalla natura per l’alimentazione umana e con risvolti sull’economia, come ricorda sempre il WWF.
Il rischio di loro estinzione non è da sottovalutare, in quanto strettamente legata alla sicurezza alimentare.
I difensori delle api e degli altri impollinatori continuano a lanciare l’allarme avendo calcolato che su scala globale più del 40% delle specie di impollinatori invertebrati rischia di scomparire.
La loro sistematica moria rappresenta un grave pericolo perché 71 delle 100 colture più importanti al mondo si riproducono grazie all’impollinazione, e almeno 95 specie di frutta e verdura.
In Italia, circa il 12% del valore della produzione di mele, pere e pesche dipende dall’impollinazione, non solo da parte di api mellifere o solitarie, ma anche da vespe, farfalle, coleotteri, e non solo.
Da questi insetti dipende il 35% della produzione agricola mondiale, con un valore economico stimato ogni anno di oltre 153 miliardi di euro a livello globale e 22 miliardi di euro in Europa.
L’Italia è l’unico paese al mondo che può vantare oltre 60 diverse tipologie di mieli, alcuni dei quali unici, e non ripetibili, proprio in virtù della loro esclusività territoriale.
Parlare di impollinatori significa parlare di biodiversità e di agricoltura sostenibile.
Come non ricordare la profezia di Albert Einstein “Quando spariranno le api all’umanità resteranno quattro anni di vita”.
E certo non ci saranno vaccini che tengano.
Maura Sacher
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