Riva del Garda, la “brezza” e i suoi gioielli
Il Lago di Garda è famoso in Italia e nel mondo per quel clima mediterraneo, dolcissimo, che ha fatto sognare e
ammaliato con il suo fascino poeti,
scrittori, viaggiatori: da Virgilio a Catullo, da Kafka a Nietzsche per non parlare di Gabriele D’Annunzio e di Goethe che nel suo “Italienische Reise”
(Viaggio in Italia) rimase affascinato dalle bellezze del Benàco. «Kennst du das Land wo die Zitronen blühn” (Conosci tu il Paese dove fioriscono i limoni?) scrisse.
Lo scrittore tedesco fu colpito in particolare dal “Sommolaco a piè de l’Alpe” di dantesca memoria: Torbole, Arco, Riva. Località oggi famose poichè grazie alle particolari condizioni climatiche, da tempo immemorabile, qui si coltiva la vite e cresce rigoglioso anche l’olivo.
Vino e olio, dunque, due prodotti che affiancano un’economia legata prevalentemente al turismo.
Il vino e l’olio sono il fiore all’occhiello della cooperativa trentina
Questi due prodotti, il vino e l’olio, sono il fiore all’occhiello della Cantina e del Frantoio dell’Agraria di Riva del Garda, cooperativa che sta per festeggiare i 100 anni di vita.
Nata agli inizi del secolo scorso per supportare l’agricoltura nel comprensorio trentino dell’Alto Garda,
territorio alpino baciato dal microclima mite del lago e da un terreno di origine glaciale (sabbioso nel fondovalle, calcareo in quota),
l’Agraria di Riva oggi è una cooperativa a economia circolare che rientra nella galassia Càvit e raccoglie 300 soci che coltivano i terreni compresi tra i comuni di Riva del Garda, Arco, Dro, Nago-Torbole,
Tenno e Valle di Ledro. Il 65% della produzione viticola si concentra sulle uve bianche.
La Cantina è dotata delle più moderne tecnologie al pari degli impianti all’avanguardia (Pieralisi) del Frantoio per la frangitura,
l’estrazione e la separazione delle olive raccolte con sistemi tradizionali da un centinaio di famiglie che curano amorevolmente un patrimonio di oltre 85 mila piante distribuite sul territorio.
Dagli spumanti Trentodoc metodo classico ai vini bianchi e rossi
Il 65% della produzione viticola della Cantina di Riva si concentra – dicevamo – sulle uve bianche, in parte convogliate nella vinificazione degi spumanti.
Cinque le bollicine in catalogo, tre delle quali a marchio Trentodoc proposte con l’etichetta “Brezza” Riva, in onore dei venti e delle correnti che attraversano la valle, alternandosi lungo il corso della giornata:
l’Ora del Garda, che soffia da Sud a Nord, e il Pelèr, che soffia in direzione contraria.
L’ultimo nato, fiore all’occhiello della Cantina, è il Pas Dosé Riserva 2018, un Blanc de Blancs in purezza, vinificato con le uve Chardonnay coltivate nei vigneti della zona di Tenno, a 400 metri di altezza.
La vocazionalità della zona (calcarea) consente di ridurre al minimo gli interventi agronomici.
La vendemmia 2018 (rigorosamente a mano per garantire l’integrità dei grappoli) ha permesso di raccogliere le uve perfettamente mature e integre, con una buona acidità, il 4 di settembre.
La fermentazione (malolattica compresa) è avvenuta in acciaio inox e per un 20% in barrique di rovere francese.
La parte fermentata in barrique è rimasta, con “batonnage” settimanali, fino alla preprarazione della cuvée per il tiraggio in primavera.
Il vino base è stato assemblato nel maggio 2019 ed è stato imbottigliato il 24 maggio. Dopo una permanenza di 36 mesi sui lieviti,
il 1 giugno 2022 l’enologo della Cantina Furio Battelini e il direttore dell’Agraria Massimo Fia hanno dato il benestrare per la sboccatura, rito che conclude il lungo iter degli spumanti metodo classico come previsto dal disciplinare del Trentodoc.
La Riserva 2018, spumante di rara intensità nei profumi e nei sapori
Giallo paglierino scarico, perlage fine e persistente, bouquet fragrante di fiori bianchi, in bocca questo Pas Dosé Riserva 2018 rivela una straordinaria intensità di sapori: pesca, agrumi, vaniglia.
Elegante, armonico in tutte le sue componenti, sapido con un finale leggermente amaricante.
In conclusione: piacevolissimo. Per quanto riguarda gli abbinamenti si presta per accompagnare un piatto di spaghetti con la bottarga o una tartare di pesce aromatizzata agli agrumi.
Dell’annata 2018 sono state prodotte 2.668 bottiglie. Prezzo allo scaffale: 32 euro.
Altra “chicca”: il Dòs de Nòa Sauvignon Blanc 2021 biologico
Altra “chicca” della Cantina di Riva, presentata nei giorni scorsi all’Enoteca dell’Agraria, anfitrione il sommelier Andrea Caschili, è il Sauvignon Blanc Biologico 2021 affinato in barrique e tonneau francesi.
Giallo paglierino carico, al naso è un’esplosione di sfumature floreali (sambuco), vegetali (ortica) e aromatiche con prevalenza di agrumi (pompelmo rosa in particolare) e piacevoli note tostate di nocciola e mandorla con un finale vanigliato.
In bocca è equilibrato, piacevolmente sapido, con una lunga persistenza aromatica sorretta da una struttura importante.
Versatile in tavola: con il pesce e con le ricette tradizionali dell’entroterra
Straordinariamente versatile, il “Dòs de Noa” può accompagnare non solo alcuni piatti ricercati di pesce (di lago e di mare:
filetti di lavarello in agrodolce, tartare di ricciola, cavatelli all’acciuga del Cantabrico), ma anche molte ricette della tradizione dell’entroterra gardesano: ad esempio il coniglio pancettato o il roast beef di agnello con crema di topinambur.
“Il Dòs de Nòa mostra con fierezza una nuova sfaccettatura dell’Alto Garda” ha spiegato Furio Battelini, enologo e direttore tecnico della Cantina di Riva.
“Con la sua modernità, questo Sauvignon Blanc in purezza rispecchia il meglio del territorio dalle caratteristiche uniche e ci permette di esprimere tutte le nostre potenzialità, sia in vigneto sia in cantina.
” La produzione di questo Sauvignon Blanc biologico è limitata e va ad aggiungsi alla prestigiosa linea “Le Selezioni”. Dell’annata 2021 sono state prodotte 2.933 bottiglie.
Il bordolese Gère Rosso: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot
Tra i vitigni a bacca rossa non poteva mancare un classico “bordolese” vinificato con le migliori uve provenienti dai vigneti più vocati alla coltivazione del Cabernet Franc,
del Cabernet Sauvignon e del Merlot. Le “gère” in dialetto trentino sono quei terreni ghiaioisi e ricchi di ciottoli che favoriscono un buon drenaggio ed evitano ristagni d’acqua.
Su questi terreni i vigneti raggiungono una maturazione delle uve ottimale. Queste tre varietà vengono vinificate separatamente e poi assemblate in proporzione variabile (taglio)
per esaltare al massimo le caratteristiche del vino che è stato affinato per un anno, una parte in serbatoi di acciaio e una parte in barrique e tonneau di rovere francese.
All’imbottigliamento (13 ottobre 2021) è seguito un lungo periodo di affinamento in bottiglia: 24 mesi.
Il vino si presenta con uno splendido colore rosso rubino, mentre al naso offre un ventaglio di profumi eleganti, frutto del taglio delle tre diverse varietà di origine bordolese. Il bouquet spazia dal floreale al fruttato (amarena, more, confetture) con delle intriganti note speziate: pepe nero, cacao, liquirizia.
Al palato trasmette una grande sensazione di armonia ed equilibrio, grazie ad una fitta trama di tannini vellutati. Rotondo, morbido, elegante, regala nel finale un ricco caleidoscopio di sapori e aromi. In alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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