I Viaggi di Graspo

Renato Petroselli e la vigna del Butto di Viterbo

Renato Petroselli e la vigna del Butto di Viterbo  Viterbo non è solo il capoluogo ideale dell’Etrusca Tuscia, non è stata solo la residenza dei Papi

Renato Petroselli e la vigna del Butto di Viterbo

Renato Petroselli

 Viterbo non è solo il capoluogo ideale dell’Etrusca Tuscia, non è stata solo la residenza dei Papi verso la fine del XIII secolo, non è solo un importante centro termale e neanche solo la sede dell’Università della Tuscia, Viterbo è un luogo del cuore che ti abbraccia e ti accoglie con calore anche in pieno inverno.

Piccole piazze dal sapore medioevale, vicoli stretti che sanno di vita e di storia,  buona cucina e personaggi assolutamente originali come Renato Petroselli un distinto ed appassionato signore che appartiene visceralmente a questa Città ed alla sua Comunità.

Lo incontriamo in Piazza Cappella grazie alla mediazione di Carlo Zucchetti esperto di vini e territori, presso il palazzo storico degli Alessandri.

Carlo Zucchetti , il giornalista con il Cappello

Gli Alessandri, ci racconta Renato, è una famiglia arrivata qui dal nord che si è poi imparentata con la famiglia Gatti premessa per pensare in grande realizzando una dimora importante diventata poi il Palazzo dei Papi.

Il gruppo di Graspo a Viterbo

Ma se a Viterbo non è raro ritrovare ancora piccole vigne suggestive vigne urbane nascoste nei giardini dei palazzi, sicuramente unica è la monumentale vite da muro che da più di cento anni abbraccia quasi tutto il palazzo degli Alessandri.

Questa pianta, spiega Renato, è figlia della grande guerra ed è sicuramente arrivata dal Friuli portata da chi è riuscito a tornare, non ha a disposizione tanta terra ma qui sembra che, tra scale e palazzi, abbia veramente trovato il suo posto ideale ed anche senza trattamenti si riesce ogni anno a farne del buon vino.

I professori dell’Università di Viterbo hanno confermato che si tratta della Malvasia Istriana, una varietà che qui da un vino piuttosto dolce, profumato quasi aromatico che Renato conserva gelosamente nel 

“suo” Butto che si trova proprio sotto la “sua” vite.

Viterbo

I butti, per chi non lo sapesse, sono pozzi di scarico tipici delle case dei centri storici dell’Alto Lazio che servivano, come regolato da precise norme cittadine, per gestire i rifiuti di ogni genere. 

la cantina di Renato

In pratica dei pozzi scavati nel tufo che avevano lo scopo di raccogliere materiali liquidi e solidi come i residui da mensa e vasi rotti perchè non fossero dispersi nelle vie.

Un contenitore perenne ed ideale per isolare tutto ciò che poteva nuocere alla pubblica salubrità.

Il butto di Renato si trova proprio sotto a quella che era originalmente la cucina degli Alessandri e successivamente usata come cantina.

Negli anni però Renato l’ha trasformata nel suo luogo della memoria, un percorso guidato che accoglie i visitatori più curiosi riportandoli alla vita di Viterbo al tempo dei..Papi.

Una visita che per pochi, ma non per tutti, può chiudersi degustando il morbido vino di una Malvasia Istriana felicemente prigioniera a Viterbo da oltre 100 anni.

Il viaggio continua…

Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

Foto di Gianmarco Guarise

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