Info & Viaggi

Quelle viti millenarie a piede franco

Quelle viti millenarie a piede franco Il prof. Fregoni nel volume "L'importanza di essere franco" ha lanciato la proposta di iscrivere queste viti nel registro dei siti Unesco

Quelle viti millenarie a piede franco

Tommaso Martini e Valerie Ganio (Slow Food), Lorenzo Bongiovanni, Filippo Scienza, Cristina Fugatti

Il prof. Fregoni nel volume “L’importanza di essere franco” ha lanciato la proposta di iscrivere queste viti nel registro dei siti Unesco come patrimonio culturale dell’Umanità.

Sono conosciuti, in Italia e nel mondo, con il titolo di “patriarchi” del pianeta vino. La loro storia risale a ottomila anni fa.

Sono le viti franche di piede, non maritate con i portinnesti provenienti dal Nuovo Mondo e sopravvissute al flagello della fillossera che nella seconda metà dell’Ottocento decimò la viticoltura del Vecchio Continente.

Viti che si salvarono grazie ai terreni sabbiosi, vulcanici o in alta quota, insomma nei luoghi dove il parassita presente nelle viti americane non riesce a riprodursi.

Oggi queste pluricentenarie viti prefillossera sono presenti in numerosi paesi: Italia, Francia, Svizzera, Portogallo, Spagna, Turchia, Russia, Cile, Australia, solo per fare qualche esempio. 

Queste viti millenarie meritano il riconoscimento dell’Unesco

Il prof. Mario Fregoni, titolare della cattedra di viticoltura, Università di Piacenza

Alle viti franche di piede Gianpaolo Girardi e Marta De Toni hanno dedicato un bellissimo volume dal titolo suggestivo: “L’importanza di essere franco”.

Edito da Proposta Vini con il patrocinio della Biblioteca internazionale La Vigna del mitico Demetrio Zaccaria, sarà presentato venerdì prossimo 31 gennaio a Vicenza nella sede del Centro di Cultura e della Civiltà Contadina.

Nel monumentale volume, che si avvale dei preziosi contributi del prof. Mario Fregoni, titolare della cattedra di viticoltura all’Università di Piacenza, del ricercatore Diego Tomasi e del giornalista Domenico Liggeri, il prof. Fregoni ha lanciato la proposta di iscrivere le viti a piede franco nel registro dei siti Unesco come patrimonio culturale dell’umanità. 

Storia, tradizioni, biodiverità, un patrimonio vitivinicolo straordinario

Lorenzo Bongiovanni tra le viti ultracentenarie di Enantio a Sabbionara d’Avio

Il progetto, ambizioso, che unisce storia, tradizioni, biodiversità e valorizzazione enologica, si propone di certificare e far conoscere a livello globale l’unicità di questo straordinario patrimonio. Se ne è parlato nei giorni scorsi anche a Napoli.

Il convegno, primo in Italia, ha riunito produttori, ricercatori, enologi e sommelier provenienti da diversi Paesi (Francia, Spagna, Svizzera, Grecia, Turchia, Argentina) e da  numerose regioni italiane: Trentino, Valle d’Aosta, Lazio, Basilicata, Campania, Sardegna. 

L’evento è stato organizzato dal Comitato Italiano per la Tutela del “Piede Franco”, presieduto da Silvano Ceolin, e coordinato dalla vicepresidente Adele Munaretto, in collaborazione con l’associazione francese “Francs de Pied” presieduta da Loïs Pasquet. 

L’Enantio, presidio Slow Food, e la passerella al principato di Monaco

Le viti centenarie di Groppello dell’Azienda El Zeremia a Revò (Val di Non)

Avevamo conosciuto l’associazione francese “Francs de Pied” a Montecarlo in occasione dell’evento patrocinato dal principe Alberto II di Monaco, da sempre appassionato sostenitore dei vini a piede franco e degli «eroici» vignaioli che con tenacia tutelano questo straordinario patrimonio vitivinicolo (vedi il servizio pubblicato da “L’Adigetto” il 15 novembre 2024.

Titolo: Enantio superstar a Montecarlo). 

Alla serata era presente, unico vino italiano, l’Enantio Riserva 1865 Prefillossera della Cantina Roeno di Brentino Belluno, una delle tre aziende che hanno aderito al Presidio Slow Food Enantio a piede franco. Le altre due aziende sono: Vallarom di Filippo Scienza (Masi d’Avio) e Lorenzo Bongiovanni (Sabbionara d’Avio).

Plinio Il Vecchio nella “Naturalis Historia” citava l’Enantio con queste parole: “La brusca hoc est vite silvestris, quod vocatur oenanthium” (l’uva labrusca è la vite selvatica chiamata enantio).

Il censimento delle viti a piede franco e degli alberelli in Sardegna

Una vite pluricentenaria a piede franco protetta dai muretti a secco

La Sardegna – ha evidenziato Mariano Murru, presidente Assoenologi Sardegna e delegato del Comitato per la Tutela del Piede Franco – è tra le regioni di maggior rilievo, sia in Italia che in Europa, con una superficie vitata stimata in oltre 430 ettari. Tra i territori più rappresentativi, l’isola di Sant’Antioco, il Sulcis e la zona di Badesi. 

“Queste viti, coltivate ad alberello su terreni sabbiosi, vulcanici o ad altitudini elevate – ha aggiunto Murru – sono state in grado di resistere al flagello della fillossera, l’insetto che nella seconda metà dell’Ottocento devastò la maggior parte dei vigneti europei. 

La Sardegna sta portando avanti un importante lavoro di censimento delle viti a piede franco, grazie a Laore Sardegna, l’Agenzia regionale per l’attuazione dei programmi in campo agricolo e per lo sviluppo rurale, e all’Università di Sassari, che fornirà una mappa dettagliata di questi preziosi vigneti, confermandola tra le prime regioni in Italia ad aver svolto questo prezioso lavoro.”

“Il riconoscimento Unesco – ha concluso Erica Verona, rappresentante della comunità del Carignano a piede franco di Sant’Antioco – potrà portare grandi benefici a produttori, comunità, ambiente e paesaggio.”

In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio