Benazzoli, prosit nel mondo delle bollicine!
Le sorelle Claudia e Giulia Benazzoli, trentine purosangue, hanno presentato nella loro tenuta di Pastrengo, sulle colline del Lago di Garda, la Riserva “Fulvio” 2019, un Blanc de Blancs Dosaggio Zero.
Immaginate di tracciare una linea che parte dalla Vallagarina, scende lungo la vallata dell’Adige, abbraccia la Valpolicella e ha come destinazione finale la sponda orientale del Lago di Garda sulle cui colline sorge Pastrengo.
Quello testé descritto è l’itinerario che s’intreccia con la storia di una famiglia trentina, i Benazzoli di Serravalle all’Adige, e di una cantina che si sta affacciando con successo e giustificato orgoglio sui mercati nazionali e internazionali.
Ricordi storici: la battaglia di Pastrengo e la resa degli austriaci a Serravalle
Abbiamo parlato di Pastrengo e di Serravalle, due località diventate famose per ragioni storiche.
Pastrengo è ricordata per la battaglia del 30 aprile 1848 con la famosa “Carica” dei Carabinieri a cavallo ai quali era stata affidata la protezione del re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia nella Prima Guerra d’Indipendenza contro il nemico austriaco guidato dal generale Radetzky.
Serravalle, invece, è ricordata poichè proprio qui, il 29 ottobre 1918, una delegazione dell’esercito asburgico innalzò la bandiera bianca, chiedendo al nemico di sospendere i combattimenti. La delegazione austriaca fu accolta a Villa Guerrieri Gonzaga a Borghetto d’Avio e da qui venne successivamente trasferita a Villa Giusti di Padova dove, il 3 novembre 1918, fu firmato l’armistizio. Un cippo marmoreo ricorda oggi a Serravalle il luogo esatto della storica resa.
Uno “spumeggiante” debutto nel mondo delle bollicine trentine
Ma torniamo a noi, meglio ai Benazzoli. L’occasione ci è offerta dalla presentazione dell’ultimo gioiello della famiglia: il Trento Doc Riserva 2019 Dosaggio Zero che le sorelle Claudia e Giulia Benazzoli hanno dedicato al mitico papà Fulvio, il patriarca, recentemente scomparso.
Un metodo classico Blanc de Blancs (100% Chardonnay), raro ed esclusivo (2.500 bottiglie) che segna il debutto della cantina Benazzoli nel mondo delle bollicine trentine.
Settant’anni di passione vitivinicola e di amore per il territorio
La storia dei Benazzoli ha inizio in Vallagarina, a Serravalle all’Adige per la precisione, minuscola frazione del comune di Ala, dove tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, Onorio e il figlio Vittorio iniziano a coltivare alcuni ettari di vigneto.
Qui si gettano le basi per quella passione per il vino che Vittorio tramanda poi al figlio Fulvio, insieme a valori etici di profonda responsabilità e amore per il proprio territorio.
Fulvio Benazzoli cresce con questo attaccamento per la terra e per il vino, passione che lo porta a diplomarsi come enologo presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.
Negli anni ’70, papà Vittorio e il figlio Fulvio, spinti da un lungimirante spirito imprenditoriale e dalla voglia di approcciarsi a nuovi stili, guardano con interesse ai territori confinanti della Valpolicella e del lago di Garda, dove acquistano i primi vigneti.
Alla fine degli anni Novanta inizia l’avventura sulle colline di Pastrengo
Alla fine degli anni ’90 la famiglia di Fulvio, che nel frattempo è diventato padre di Claudia (nata nel 1983) e Giulia (nel 1988), si trasferisce in provincia di Verona e si stabilisce a Pastrengo, tra le incantevoli colline della Valpolicella e le sponde del Lago di Garda.
Qui Claudia e Giulia, quarta generazione, crescono insieme all’azienda affiancando fin dall’adolescenza il padre che nel 2009 tiene a battesimo la prima linea di imbottigliamento con il marchio Benazzoli.
Dopo la prematura scomparsa di papà Fulvio, oggi Claudia e Giulia, due coraggiose e intraprendenti “Donne del Vino”, proseguono con entusiasmo l’avventura alla guida dell’azienda. Un’azienda che con le sue 60.000 bottiglie, oltre che in Italia, è conosciuta nel Nord Europa, negli Stati Uniti e in Canada.
Claudia e Giulia Benazzoli, un legame indissolubile con le origini trentine
Claudia e Giulia Benazzoli fanno parte di una nuova generazione di viticoltori e viticoltrici che credono profondamente nel loro territorio e vogliono raccontarlo al meglio attraverso il vino,
con uno sguardo al futuro, ma con radici ben salde nella storia della famiglia e nella terra d’origine.
Il legame con il Trentino, dove risiede ancora gran parte della famiglia Benazzoli, è un’attrazione magnetica che segna la produzione dell’azienda.
Il “senso del fare” – inteso come un mix vincente di dedizione, condivisione ed essenzialità – sintetizza la filosofia di Claudia e Giulia Benazzoli. Una sfida che si ripete di vendemmia in vendemmia, fidandosi delle proprie intuizioni, con il cuore nella terra e lo sguardo rivolto al futuro.
La collaborazione con il “visual designer” veronese Stefano Torregrossa
Claudia e Giulia Benazzoli, sorelle imprenditrici, si completano perfettamente all’interno dell’azienda.
Giulia si occupa dell’intero ciclo produttivo dei vigneti, dalla cura dell’impianto alla vendemmia, oltre che dello sviluppo della rete commerciale, mentre Claudia segue le successive fasi di cantina, dalla vinificazione all’imbottigliamento ed affianca il lavoro nella comunicazione dell’azienda.
Lavorano in piena sinergia anche per lo sviluppo dell’immagine Benazzoli, a cui hanno dato un’identità ben precisa, essenziale e sincera, che ben rispecchia i loro vini.
Grazie anche alla collaborazione con il “visual designer” veronese Stefano Torregrossa, hanno sviluppato un progetto che enfatizza l’importanza di un linguaggio innovativo e di un approccio artistico nel comunicare i valori di una nuova generazione di viticoltori.
Una visione che celebra l’arte della viticoltura, la dedizione, la cura dei dettagli, la pazienza e l’ambizione, il tutto radicato in una realtà tangibile e genuina.
“Il nonno e il papà ci hanno insegnato il rispetto del territorio e delle tradizioni”
“Siamo due sorelle – raccontano Cluadia e Giulia Benazzoli – e tra sorelle si condividono anche i segreti. Il segreto dei nostri vini è quello che c’è dietro l’etichetta: l’amore, la curiosità, la condivisione, ma soprattutto il rispetto.
Il nonno e il papà ci hanno insegnato che essere viticoltori vuol dire soprattutto avere rispetto. Rispetto delle tradizioni, di una vita autentica scandita dal ritmo della natura e che ha il profumo di mani abituate ad accarezzare i tralci.
Rispetto del territorio, con i suoi profumi, i suoi prodotti e le sue persone.
Una sensibilità e un approccio etico e culturale tipicamente trentino che abbiamo imparato prima dal nonno Vittorio e poi da papà Fulvio. E poi l’intuizione, il coraggio e l’ambizione di puntare all’eccellenza.
Un po’ come avevano fatto loro negli anni Settanta, con la volontà di conoscere nuove realtà, spostandosi dal Trentino sulle colline del Lago di Garda e in Valpolicella.”
I vigneti sul Monte di Sant’Ambrogio nel cuore della Valpolicella Classica
La famiglia Benazzoli possiede 2 ettari di vigneto nel cuore della Valpolicella Classica, precisamente nella località Monte di Sant’Ambrogio.
Un vigneto spettacolare che si affaccia su un paesaggio di rara bellezza: la Val d’Adige, l’anfiteatro morenico di Rivoli, il Lago di Garda, il Monte Baldo, il Monte Pastello, il Forte Mollinary con i suoi contrafforti.
Il territorio è solcato da numerosi corsi d’acqua, ricco di falde acquifere sotterranee che sfociano nella riva sinistra del fiume Adige. L’altitudine (500 metri) è un elemento fondamentale poiché determina le caratteristiche dei vini di alta collina.
La strada che conduce ai vigneti ha un fondo lastricato: è considerata “strada moderna”, recintata da marogne solide e antiche.
Il tratto è ripido, ma ripaga con la vista di uno dei panorami più suggestivi della Valpolicella classica, che va dalle cenge ardite, a picco sull’Adige, fino ai 1200 metri di altezza del Monte Pastello. I vigneti sono posti a Ovest, nella zona più estrema e più occidentale della Valpolicella classica.
Il sistema di allevamento delle varietà autoctone coltivate (Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara e Oseleta) è la pergola tradizionale che protegge le uve dai colpi di calore estivi.
Il terroir è composto principalmente da argilla e marne calcaree che, insieme alla quota e all’esposizione solare, conferiscono ai vini complessità, sapidità, freschezza ed eleganza.
I vigneti adagiati sulle colline moreniche della sponda orientale del Garda
Spettacolari anche i vigneti (28 ettari) adagiati sulle colline moreniche della sponda orientale del Lago di Garda. Questi vigneti affondano le radici in terreni di origine glaciale, caratterizzati da suoli diversi e ricchissimi di minerali.
Le cosiddette “Morene di Pastrengo” rappresentano il settore collinare maggiormente articolato con fittissime alternanze di colline, piccole valli, terrazze e conche. Il clima è mite e ventilato e la massa d’acqua del lago fa alzare una brezza che sale verso le alture abbracciate anche dal fiume Adige.
I suoli sono prevalentemente argillosi e ghiaiosi: donano ai vini freschezza, austerità e una predominante nota sapida, ricordo di un mare qui presente migliaia di anni fa.
Qui sono coltivate le varietà autoctone (Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara) e la varietà internazionale: Pinot Grigio con impianto a pergola e guyot.
Il Trento Doc Riserva “Fulvio” 2019, un Blanc de Blancs Dosaggio Zero
Il Trento Doc Riserva “Fulvio”, un Blanc de Blancs Dosaggio Zero, è il frutto di un lavoro meticoloso avviato da Fulvio Benazzoli. “La volontà di papà – raccontano Claudia e Giulia Benazzoli – era di ritornare a casa, camminare nelle sue amate vallate trentine, dove ci sono le radici della nostra famiglia, per creare un metodo classico memorabile.”
La prima annata presentata è il millesimo 2019, permanenza sui lieviti di 40 mesi e sboccatura ottobre 2023. Uno spumante metodo classico Pas Dosé, vale a dire senza la liqueur zuccherina, in modo da esaltare al meglio la mano dell’uomo che lo ha creato e l’espressione fedele del territorio da cui proviene.
Un vino che esalta la purezza delle uve Chardonnay coltivate sulle terrazze della sponda destra della Vallagarina, dirimpettaie a Rovereto. Il colore è tenue e cristallino.
Al naso si presenta inizialmente con note sapide e minerali, per poi evolversi in sentori di fiori di sambuco, mela gialla e fragranti note di croissant.
In bocca la cremosità è avvolgente e si contrappone in maniera equilibrata alla naturale freschezza di questo vino. Il perlage fine e persistente dona ad ogni sorso eleganza e leggiadria.
In bocca la cremosità è avvolgente e si contrappone alla naturale freschezza di questo vino. La sua versatilità, unita alla raffinatezza, lo rende adatto sia come aperitivo sia come abbinamento a tutto pasto. Un gioiello che Claudia e Giulia Benazzoli hanno definito “saggio, equilibrato, elegante”. Giudizio che condividiamo. Chapeau!
In alto i calici. Prosit. (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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