Pulicaro & Alicenova tra sostenibilità e inclusione
Tra le molteplici realtà che collaborano con la Cooperativa Alicenova di Tarquinia (Vr), l’Azienda Agricola Pulicaro di Torre Alfina nel cuore della Tuscia viterbese è un perfetto esempio di biodinamicità, sostenibilità e di amore per la terra.
Una sessantina di ettari al confine con la Riserva Naturale di Monte Rufeno, che Marco e Chiara, i proprietari, hanno deciso di condurre secondo una loro filosofia «rigenerativa».
Lo sfruttamento dei terreni
Le colture intensive, la mancata biodiversità, l’uso di macchinari pesanti impoveriscono il suolo.
Un terreno in buone condizioni dovrebbe essere formato da almeno il 5-6% di sostanza organica. Ma oggi non è così. Se pensiamo che la pianura padana che era al 7% oggi si è ridotta in 70 anni allo 0.2-0.5% abbiamo chiara la misura del problema.
Il terreno per l’agricoltore dovrebbe invece essere considerato alla stregua di una banca e la sua fertilità una ricchezza. Se è fertile ci puoi piantate di tutto e non c’è bisogno di molto. I terreni sfruttati al contrario necessitano di molta acqua perché non riescono a trattenerla e di concimi perché carenti di elementi nutritivi.
Equilibrio della natura
All’Azienda Agricola Pulicaro tutto è incentrato su un nuovo modello sostenibile quale alternativa e via di fuga dall’agricoltura intensiva.
È questa una ricerca spasmodica in continuo divenire. Ogni dettaglio non è mai casuale ed entra a far parte di un meccanismo virtuoso che contribuisce all’equilibrio naturale: i cani ad esempio, tanti pastori maremmani, che oltre ad accudire le greggi di pecore e capre, tengono lontano predatori, i quali, in perfetto equilibrio a sua volta tengono sotto controllo la fauna selvatica.
Pure, il far proliferare le erbe officinali con cui gli animali allo stato brado possono scegliere di nutrirsi seguendo il loro istinto primordiale. I maiali ad esempio, nei cambi di stagione in estate ed autunno ricercano la corteccia per nutrisene. I tannini le conferiscono un gusto amaro ma sono un ottimo rimedio naturale per sverminare. E a chiederglielo è l’intestino che poi da feed back positivi in risposta al cibo ingerito.
Le erbe, al contrario dei prodotti chimici non creano resistenza. Ogni pianta officinale è diversa di anno in anno e di luogo in luogo quindi non esiste il problema dell’assuefazione. Un segnale dell’ottima qualità ambientale è dato poi dalla presenza massiccia di licheni che scompaiono in caso di inquinamento.
L’allevamento
I polli liberi di razzolare durante il giorno in ampi appezzamenti, trovano riparo per la notte in casette mobili che ogni 10 giorni vengono spostate così da non accumulare deiezioni e far loro trovare sempre erba fresca. Efficaci come tosaerba naturali e allo stesso tempo ottimo nutrimento per il terreno.
Le galline, allevate per la loro carne e per le uova, razzolano in distese di prati disseminati di ulivi. E anche in questo caso la lotta ai parassiti è integrata. Se l’ulivo dovesse essere attaccato dalla mosca, la drupa cade a terra e viene mangiata dalle galline che contribuiscono così a fermare l’attacco di questi parassiti.
E ancora grandi distese erbivore dove capre e pecore pascolano insieme. Grandi distese fondamentali per la resilienza dell’ecosistema così da diluire gli impatti negativi come le deiezioni e il calpestio. E con un equilibrio così anche i parassiti non hanno scampo.
L’alimentazione degli animali e rigorosamente bio: solo cereali e legumi biologici di provenienza il più possibile a corto raggio e comunque di produzione nazionale.
Sostenibilità economica
Ma tutto questo ha un costo. In tempo e denaro ed è purtroppo difficile da sostenere. Se solo si dovesse avere l’esigenza di accesso al credito, le banche non accetterebbero mai un business plan che per trovare il break even point necessita di molti anni. E la dedizione deve essere quotidiana e continua senza potersi permettere pause. E comunque le variabili sono infinite: dal meteo alla produttività stagionale che non sono mai prevedibili.
Nonostante tutte le difficoltà, Marco Carbonara e la moglie Chiara, anime dell’Azienda Agricola Pulicaro sono convinti che sia questa la via per condurre i loro oltre 98 ettari (di cui 60 di proprietà) e operano in modo da non impoverire i terreni.
Stimano infatti che ripristinare di un punto percentuale un ettaro di terreno esausto possa costare fino a 10 mila euro. Non c’è scelta quindi.
Il link al loro sito qui
L’Azienda Agricola Pulicaro è una delle realtà che fanno parte della Rete Alicenova, la cooperativa che opera tra il viterbese e a nord di Roma in cui lavorano 295 persone, con una base di 153 soci, che collaborano alla realizzazione di tutte le attività della cooperativa quali favorire l’inclusione sociale, costruire percorsi lavorativi condivisi e partecipati, promuovere la crescita lavorativa, professionale e formativa dei soci, partecipare allo sviluppo territoriale, praticare e incentivare un sistema di welfare dello sviluppo.
Sinergie solidali
Gli obiettivi che persegue sono sempre orientati l’inclusione sociale, alla promozione umana e alla costruzione di una rete sociale radicata, competente e orientata allo sviluppo culturale ed economico del territorio, impegnandosi ad assumere innovazione e rischio, cercando di dare una risposta ai bisogni sociali del territorio e sperimentando modi innovativi di fare impresa.
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