Preoccupazione per la produzione di olio EVO
La prossima campagna olivicola si prospetta all’insegna di una vera preoccupante incertezza.
Gli esperti della Direzione di Agricoltura della Commissione Europea concordano con l’analisi della ASSITOL – Associazione Italiana della Industria Olearia.
I dati registrati certificano l’allarme lanciato più volte durante la campagna olearia già in corso.
La Commissione attesta che la produzione mondiale ha fatto segnare nella campagna 2022/2023 un calo di resa di quasi il 27 % in confronto con quella precedente.
La produzione complessiva è stata di 2.505.000 tonnellate di olio d’oliva.
L’ Europa in particolare ha perso il 40 % dei suoi quantitativi confermando purtroppo la tendenza negativa degli ultimi cinque anni che ha visto una media negativa del meno 35 %.
La nazione più colpita da questa marcata diminuzione è la Spagna che è la maggiore competitrice dell’Italia.
Nella scorsa campagna ha prodotto 664.000 tonnellate di olio d’oliva che corrisponde a un meno 56 % della sua produzione standard.
L’ Italia ha un olio qualitativamente assai migliore di quello spagnolo, non ha puzze e tende ad irrancidirsi di meno.
Il calo nella campagna scorsa ammonta al 27 % per un totale di 241.000 tonnellate.
In forte flessione pure la Grecia che a fronte di un aumento della raccolta delle olive segna una contrazione della produzione che quest’anno potrebbe arrivare addirittura al 50 %.
Le cause di questo calo di rese sono molteplici.
Le malattie che colpiscono le piante quali xylella, tignola, cocciniglia e mosca olearia, la siccità, il cambiamento climatico anomalo che indebolisce le piante e ne riduce la produzione di olive e non ultimo i devastanti incendi come quelli in corso in Italia, Spagna e Grecia che inceneriscono migliaia di olivi.
Al di fuori della Europa comunitaria la Turchia aumenta i suoi volumi produttivi del 18 % mentre la Tunisia al contrario vede una forte contrazione di rese che arriva al 25 %.
Altra forte e concreta preoccupazione deriva dalla netta diminuzione delle scorte di fine campagna che si stimano quest’anno intorno alle 280.000 tonnellate, una cifra assai inferiore alle 670.000 tonnellate registrate alla fine della campagna 2021/2022.
La penuria di disponibilità di olio ha provocato la forte crescita delle quotazioni in tutta Europa e dei prezzi alla clientela.
Il risultato è stato un decremento degli acquisti al dettaglio e dei consumi. Le esportazioni nei principali mercati al di fuori dell’Europa sono parimenti in decrescita.
La Repubblica Popolare Cinese marca un meno 31 %, gli USA meno 20 %, il Canada meno 28 % e il regno ancora unito meno 17,5 %.
Pensare che l’imminente campagna possa risolvere in parte o del tutto il problema è una pura utopia.
Le ridotte scorte di olio fanno temere per la disponibilità di olio EVO nei prossimi anni. Si devono assolutamente attuare misure che salvaguardino la produzione di olio EVO per evitare che questo nettare prezioso per i benefici che apporta alla salute venga a esaurirsi.
Umberto Faedi
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