Siamo in pieno web 0:2 e anche 3:0, a chi mai verrebbe in mente di a mandare gli Auguri cartacei? Anche la Terza e Quarta Età è capace di comunicare per e-mail e di aver attivato un profilo Facebook e non sono rari persino i novantenni, al giorno d’oggi nonni più che bisnonni, che navigano in rete o chattano più che felici e contenti tra coetanei, e non solo.
Meglio stare seduti comodi e sfogliare la posta elettronica, sul pc, sul tablet, sugli smartphone e simili apparati, piuttosto di alzarsi dalla poltrona per aprire la porta al postino, stracciare le buste e leggere i cartoncini, magari decifrando le scritture e le firme, sentendosi in obbligo di rispondere in fretta, prima che passino le Feste, e con lo stesso mezzo.
Il Galateo, quel complesso di norme, scritte e integrate nel corso di millenni, il Codice delle Buone Maniere che si adatta malvolentieri ai capricci delle mode, non riesce ancora a digerire l’abitudine odierna, tanto diffusa, delle comunicazioni in occasioni “speciali” attraverso la rete informatica, per antonomasia impersonale.
È indubbio che il biglietto cartaceo firmato è un pensiero che attesta il tempo che una persona dedica all’altra, e dimostra una considerazione personalissima, individuale ed esclusiva.
In parte almeno sarebbe tale, proprio volendolo, un messaggio per via telematica quando nell’indirizzo c’è solo un destinatario. Ma, purtroppo, accade di leggere cordialissime espressioni ben auguranti ove il ricevente si trova mischiato ad una sfilza di compartecipanti, messi tutti (anche a decine) ben in vista nel campo degli “A” o “To”, destinatari tutti visibilissimi.
A parte il fatto che così gli indirizzi nuovi (e sconosciuti) rischiano di venir assorbiti nella Rubrica mia, a questo punto mi devo porre la domanda: clicco “Rispondi a tutti” o rispondo solo a chi mi ha scritto?
Non raramente arrivano persino auguri a “Undisclosed recipients”. Il che è alquanto irritante, con il risultato che spesso ci si sente esonerati dal ricambiare, specie se si tratta di mittenti non individuali, con una qualche forma di struttura “d’ufficio” (ditte commerciali, associazioni, organismi vari) che utilizzano la loro mailing-list anche a questo scopo.
Identico fastidio viene suscitato dalle letterine natalizie preconfezionate che, ci si accorge facilmente, sono inviate all’intera rubrica telefonica. «Valgono quanto l’attenzione che è servita a inviarle, cioè poco o niente», ricalca in merito il www.ilcerimoniere.it. Come non concordare?
Il colmo lo si raggiunge nei messaggi con inserita un’animazione. Va bene, il mittente ha fatto lo sforzo di andare a cercare nei siti appositi una bell’immagine che renda l’idea del Natale, però non si è posto il problema che il mio strumento o il mio gestore non me la fa vedere, come certe “emoticons” che spesso arricchiscono e appesantiscono il messaggio?
Insomma, la tecnologia è perfetta, non potremmo ormai farne senza, ma il Natale è un’occasione davvero speciale, la sfruttano anche coloro che non ne leggono il significato spirituale, e dunque come mostrare di essere speciali anche noi, carpire il senso dell’Evento almeno nell’ottica dell’Amicizia e dell’Altruismo, per una volta all’anno, vincere la pigrizia, superare la comodità?
Se ci sembra antiquato scrivere un biglietto, almeno componiamo il numero per sentire la voce rispondere “Grazie, auguro anche a te un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo”.
Maura Sacher
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