Vini autentici. Una sola parola per definire i vini dell’azienda Pietracava di Butera (Cl). Pietracava è la storia della famiglia Ortoleva che da tre generazioni ripropone il legame tra il sapere della terra e la mano dell’uomo, preservando con rigore la materia prima e creando prodotti dall’impronta distintiva. E’ con Domenico Ortoleva, nel 2004, che inizia il processo di trasformazione dell’azienda Pietracava che la renderà ben presto competitiva nel panorama siciliano.
Oggi Pietracava, in conversione biologica, può contare su 21 ettari vitati, con 30 mila bottiglie prodotte l’anno, 11 etichette su 4 diverse linee, tutti vini prodotti in purezza, con l’utilizzo esclusivamente di lieviti indigeni. L’azienda si trova a Butera (Cl), nel cuore della Sicilia, i vigneti si estendono in collina, a 390 metri sul livello del mare, in un contesto agricolo in cui le condizioni climatiche e morfologiche del terreno ricco di carbonato di calcio, hanno creato un terroir dalle caratteristiche uniche. Con Domenico Ortoleva collaborano la sorella Mariella, brand manager dell’azienda e il figlio Antonino, biotecnologo e direttore commerciale dell’azienda, che si occupa anche della parcellizzazione dei vigneti, attribuendo i giusti pesi e valori ai differenti lotti di terreno nei confronti delle diverse varietà di vitigni.
Interessante la presentazione dell’annata 2021, in abbinamento ai piatti del ristorante “Ciccio in Pentola” di Palermo. Il Grillo Pioggia di Luce con le Polpette di tonno al sugo ha espresso un profilo aromatico notevole, con note di pera, pesca ed erbe aromatiche e una buona salinità. Il Sauvignon Blanc Neofos è stato esaltato dalle Polpette vegetariane con fonduta di pecorino, evidenziando in bocca una nota di mandorla e una gradevole chiusura astringente.
Lo Chardonnay Bacc’auri si è dimostrato il più versatile nell’abbinamento con i vari antipasti, riempendo il palato e mostrando una buona acidità. La degustazione dei bianchi si è conclusa con il Sofalè, un Moscato secco che, in abbinamento ad una frittura mista, ha espresso al meglio tutti i suoi profumi, dai fiori bianchi, al timo, al rosmarino. Per i rossi, ottimo il Kalpis, un Cabernet Sauvignon del 2017, con 12 mesi di barrique e avvolgente il Manaar, un Nero d’Avola riserva affinato 24 mesi in barrique, degustati in abbinamento con una tagliata di Angus. Tutti i vini degustati hanno mostrato la propria identità, che si identifica col territorio di produzione e i processi di vinificazione che rispettano pienamente la materia prima.
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