Siamo alla vigilia del Natale, il Natale del 2018, e questo anno che sta concludendosi ce ne ha fatte vedere delle belle, diciamo più precisamente “delle cotte e delle crude”, e in questa rubrica, a volte pizzichina, oggi vogliamo essere buoni.
Non è il momento propizio per farsi il sangue amaro, parlando della situazione politica, di quello che bolle in pentola e che fa tanto arrabbiare gli esponenti dei partiti, i parlamentari, e pure i loro elettori, e non solo quelli che hanno votato i perdenti.
Non parliamo del «suf pien de gropi» che hanno cucinato ai fornelli governativi e nemmeno del minestrone scaldato e riscaldato da settimane, mai serviti, forse perché i cuochi sapevano essere indigeribili.
E nemmeno dei pericoli che hanno corso o potrebbero ancora correre i nostri prodotti nazionali, gli stessi produttori, i dipendenti delle aziende commerciali, e pure le nostre tasche e i nostri risparmi, a fronte di tanti proclami che inzeppano i quotidiani pasti degli Italiani, ogni giorno e più volte ritrattati, corretti, riproposti tanto che ormai fanno da cacio avariato nella nostra digestione.
No, non diremo nulla contro chi lavora per appiattire la nostra millenaria cultura o per farci digerire improvvisati modelli di costume, tanto non serve a niente, anzi è pericoloso perché scatta la censura con la sollevazione di una parte di popolo, piccola ma feroce.
Beh, ecco, se vogliamo trascorrere queste Festività Natalizie in Santa Pace, con la nostra famiglia, con i parenti, con gli amici, attorno a tavole su cui metteremo le pietanze delle nostre ricche tradizioni regionali, che noi cucineremo con amore e altruismo, facciamo finta di niente, facciamo finta che va tutto bene.
Aspettiamo i primi giorni del prossimo anno per dar retta alle trombe, e ai tromboni, avremmo più tempo per digerire e casomai lanciare i veleni della nostra bile.
Buon Natale e Buon Anno Nuovo a tutti i nostri amici.
Maura Sacher
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