Parigi, Olimpiadi 2024, giochiamo con il vino
Ad ogni disciplina sportiva abbiamo abbinato l’etichetta portafortuna per gli atleti e il brindisi ideale per chi seguirà l’evento planetario davanti ai teleschermi della tv.
Con la suggestiva cerimonia d’inagurazione sulla Senna questa sera si aprono ufficialmente a Parigi le Olimpiadi numero 33 dell’era moderna. Un appuntamento imperdibile per tutti, non solo per gli appassionati di sport. Nei 17 giorni della competizione planetaria miliardi di persone seguiranno in tv i campioni delle discipline individuali e di squadra, i giganti dell’atletica, del nuoto, dei tuffi, gli eroi delle maratone e del ciclismo, le sfide a colpi di sciabola e fioretto e persino i balli della break dance (nuova disciplina olimpica) a tutte le ore, comprese quelle in cui un calice di vino è il compagno ideale.
E allora, proviamo a trovare il giusto abbinamento del nettare di Bacco non solo con il cibo, ma anche l’etichetta che meglio s’addice alle varie discipline olimpiche. Ecco i consigli di Irene Perico, Michela Pesenti e Gaia Volta dell’agenzia di comunicazione “Vino à la Carte”.
Ciclismo su pista: brindiamo con il Trentodoc Brut Nature di Maso Martis
Sport spettacolare, nel quale gli atleti raggiungono velocità impensabili, il ciclismo su pista presenta diverse specialità dove si corre da soli o in squadra. Una disciplina che ha molte affinità con lo short track e che quindi ci induce a puntare i riflettori su Maso Martis, la blasonata maison spumantistica trentina che nel 2022 ha siglato un accordo di partnership con i fratelli Arianna e Pietro Sighel, campioni olimpici di short track in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026.
Per brindare al ciclismo su pista, ecco quindi il nuovo Trentodoc Brut Nature di Maso Martis, ultimo nato tra le prestigiose etichette della cantina di Martignano. Un inno alle potenzialità dello Chardonnay in purezza. Fresco, deciso e versatile, è un metodo classico millesimato dosaggio zero – ossia zero residuo zuccherino – leggiadro e disinvolto, che Maso Martis ha messo a punto per esaltare il carattere delle sue uve di montagna e, al contempo, regalare ai wine lover una bollicina “smart” in grado di rispondere alle esigenze dei palati più esigenti, che – come noto – amano la versione Nature degli sparkling.
Il nuovo Trentodoc Brut Nature di Maso Martis si presenta di colore giallo paglierino scarico, mentre al naso profuma di frutta fresca e fiori bianchi, con un leggero sentore di lievito. Al sorso il perlage è fine e persistente, in un insieme croccante, equilibrato ed elegante, di grande appagamento.
Abbinamenti: perfetto con antipasti a base di crostacei o verdure, fritture, primi piatti delicati, preparazioni a base di pesce, carni bianche e formaggi freschi o di media stagionatura.
La gara di tuffi: il vino ideale è il Kerner Aristos della Cantina Valle Isarco
Ci si gioca tutto in pochissimi secondi, ma dietro quei pochi secondi ci sono anni e anni di sacrifici. Il gesto atletico è la combinazione perfetta di forza, concentrazione, precisione e coraggio (soprattutto quando ci si tuffa da grandi altezze), per questo il vino ideale da sorseggiare mentre seguite in tv una gara di tuffi è il Kerner Aristos della Cantina Valle Isarco, prodotto con uve da viticoltura eroica, che crescono in vigneti dalle forti pendenze costringendo a un’agricoltura manuale di grandi sacrifici.
Il Kerner Aristos della Cantina Valle Isarco all’olfatto presenta un frutto delicato e un carattere gradevolmente aromatico, che si sviluppa con grande eleganza. Al palato è secco e pieno, con una struttura vivace e un intrigante finale di noce moscata.
Abbinamenti: molto versatile nell’accostamento con il cibo, questo vino si abbina meravigliosamente ad antipasti leggeri, speck e piatti a base di uova e funghi. Non disdegna, inoltre, portate a base di pesce d’acqua dolce e frutti di mare o i risotti alle erbe. Da provare anche come aperitivo.
Per la maratona ecco il Montefalco Sagrantino Collepiano di Arnaldo Caprai
È indiscutibilmente la gara simbolo delle Olimpiadi, durissima (42,195 chilometri), nella quale non basta un’ottima preparazione fisica: serve anche una determinazione e una forza mentale fuori dal comune. La conquista della vittoria è lenta, paziente, fatta di tattiche, ma anche di ascolto del proprio corpo e delle energie che si hanno e che si devono dosare.
Il vino giusto, in questo caso, è il Montefalco Sagrantino Collepiano di Arnaldo Caprai, che è anche uno dei 32 vini che verranno serviti a Casa Italia per le Olimpiadi di Parigi 2024. Un vino da ascoltare, da aspettare, da sorseggiare lentamente per comprenderne tutte le sfumature. Dopo 22 mesi in barrique di rovere francese e almeno 6 mesi in bottiglia, è un vino di rara eleganza e potenza, setoso e ruvido al contempo, ricco di aromi di confettura di mora, pepe, chiodo di garofano e vaniglia, una nota balsamica e un tocco di cipria. In bocca si ritrovano molte di queste note e un grande tannino che garantisce una capacità di invecchiamento in grado di dare grandi soddisfazioni.
Abbinamenti: perfetto con carne alla brace, spezzatini e selvaggina.
Pallavolo: per questo sport di squadra il vino ideale è il Pino di Biserno
Lo spirito di squadra può fare la differenza, nella pallavolo ogni giocatore ha un ruolo e un punto di forza che vengono valorizzati dal gioco di tutti.
La pallavolo è uno sport fatto di potenza, grandi elevazioni, complicità tra giocatori, tutti elementi che si possono trovare ne Il Pino di Biserno (nasce a Bibbona, località a due passi da Bolgheri) distribuito in Italia da Compagnia del Vino. Un blend che esalta il gioco di squadra. Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot danno vita a un vino sospeso tra potenza ed eleganza.
Rosso di carattere e di grande finezza, sussurra sensazioni speziate ed erbacee, mentre l’uso sapiente del legno concentra un liquido sottile e fine, mediterraneo e dal tannino ben integrato e maturo. Nel calice si presenta di un bel rosso rubino intenso. Il bouquet è caratterizzato da aromi di piccoli frutti a bacca scura, ribes, mora, mirtillo, sentori di erbe della macchia mediterranea, sfumature speziate e lievi ricordi boisé. Il sorso è importante, di bella struttura, con trama tannica ben bilanciata da un frutto ricco e profondo. Il finale è rinfrescante e chiude su note delicatamente speziate.
Abbinamenti: si accosta magnificamente a primi e secondi piatti a base di carne e selvaggina. Da provare con delle costolette di agnello.
Per la finale dei 100 metri l’intensa emozione del Vurgadà di Santa Venere
È una delle gare più attese dei giochi olimpici, in cui le donne e gli uomini più veloci al mondo si sfidano fino all’ultimo millimetro per vincere la medaglia d’oro. È una gara fatta di potenza e accelerazione: in meno di 10 secondi è tutto finito, ma l’emozione rimane per tutta la vita.
Regala emozioni anche Vurgadà di Santa Venere, un intenso rosso calabrese da sole uve di Nerello Cappuccio, con una piccola percentuale delle uve dello stesso vitigno appassite, a coltivazione biologica.
Al naso sprigiona un ventaglio di sentori molto variegato, profondo, punteggiato di note di confettura e sciroppi di piccoli frutti rossi e neri, cuoio bagnato, un vegetale di fiori di campo ed erbette aromatiche, mentolo, pepe nero, vaniglia, iodio. Al sorso è morbido e caldo, con tannini vellutati e di grande stoffa, fresco, sapido, equilibrato con un finale che chiude su intense note di frutta rossa, mallo di noci e cacao.
Abbinamenti: piatti gastronomici strutturati, primi e risotti con salse rosse di carne, secondi di carne, selvaggina, spezzatino, brasati, insaccati, zuppe, formaggi stagionati.
Per la scherma il vino bianco degli Etruschi: il Valloresia di Villa Caviciana
La tradizione italiana in questo sport è nota in tutto il mondo. Gli atleti si fronteggiano armati di fioretto, spada o sciabola e ogni arma ha regole e caratteristiche diverse. Per vincere sono importanti il ritmo, la giusta distanza dall’avversario, la velocità di azione ma anche capire subito la tattica vincente da applicare a seconda dell’avversario che si ha davanti.
Vincente è sicuramente anche il Valloresia di Villa Caviciana, la prima azienda agricola produttiva del FAI, il Fondo ambientale italiano.
È prodotto con uve Procanico, una varietà autoctona italiana di grande pregio e coltivata principalmente in Toscana e Lazio, in particolare nella regione dei Colli Etruschi, dove le condizioni climatiche e del suolo conferiscono al vino un carattere unico e distintivo. Il Valloresia Procanico di Villa Caviciana profuma di frutta bianca e fiori d’acacia per un bouquet aromatico che incanta i sensi. Al sorso, si distingue per freschezza, mineralità e frutto.
Abbinamenti: preparazioni a base di verdure, prosciutto e melone, piatti di pesce.
In alto i calici. Prosit!
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