Forse non c’era modo migliore per location e contenuti con cui Onav Roma poteva inaugurare l’anno sociale. La degustazione dei Metodo Classico da Vitigno Autoctono monovitigno organizzata dal delegato Onav Roma Est Manuele Petri, si è svolta presso il Ristoro di Tor Fiscale nell’omonimo territorio inserito nel Parco Regionale dell’Appia Antica.
Con la splendida cornice degli Acquedotti romani Alessandro Brizi, delegato di Onav Roma, ha presentato nove eccellenze di questa tipologia accompagnato da alcuni dei loro produttori. La serata ancora estiva è scivolata via nel piacevole allestimento esterno, che oltre a garantire il rispetto di tutte le attuali norme sanitarie si è rivelato di grande effetto.
L’incontro ha fornito l’occasione per fare il punto sulla situazione della produzione spumantistica italiana. Il dibattito ha evidenziato come davanti ai 700 milioni di bottiglie annue del gigante Prosecco, metodo Martinotti, la produzione dei Metodo Classico raggiunga invece appena i 28 milioni di bottiglie e, per lo più prodotte tra Francia Corta, Trento doc ed Alta Langa.
Tra queste si collocano i Metodo Classico da Vitigno Autoctono, una piccola produzione se paragonata alle altre ma estremamente importante per il suo contributo nella valorizzazione delle culture enogastronomiche locali e nell’indotto turistico ad esse legato. Prodotti per lo più artigianali che permettono ai produttore di esprimere al meglio le prerogative di unicità del proprio territorio.
L’esplorazione è iniziata dalla Valle D’Aosta con il Cave Mont Blanc VDA Blanc de Morgex et de La Salle XT 2016, Nome importante per uno spumante eccezionale ottenuto da uve Prié Blanc. Grande freschezza, asciutto ed estremamente fine, nella bolla e nei richiami di agrume, di erbe selvatiche, frutta bianca e accenti floreali, tutto in grande compostezza ed equilibrio.
Dal Piemonte Cieck Erbaluce di Caluso Docg Nature 2016, ancora un Pas Dosè di estremo rigore e verticalità ma in cui risaltano richiami di burrosi di pasticceria, frutta disidratata, erbe essiccate, un floreale più giallo e un frutto maturo, ma sempre corredato da accattivante sapidità.
Un salto nel Lazio con il Korì Pas Dosè 2016 di Cincinnato, importante realtà cooperativa e punto di riferimento per la viticultura locale, che degli autoctoni ha fatto il segno distintivo della propria produzione. Per questo spumante utilizza il Bellone anch’esso in purezza come i precedenti, che rivela gli aromi della frutta essiccata, miele e note di agrume lievemente amaricanti che arricchiscono la verticalità del sorso.
Ancora Lazio ma praticamente Roma per il Gaius Brut 2015, Metodo Classico di Riserva della Cascina, da Bombino Bianco. Una giovane e piccolissima produzione frutto di una passione che si rivela anche all’assaggio, nell’elegante equilibrio di frutta estiva, sfumature di erbe, agrumi e note tostate. Bocca di piacevole e contenuta dolcezza e grande freschezza.
Di nuovo in Piemonte con La Scolca Metodo Classico Soldati Brut, in cui il protagonista è il Cortese. Stile tradizionale e rigoroso in cui la frutta è più gialla e matura, i lieviti ricordano gli aromi del panificio e le componenti floreali sono tenui e più scure. Le acidità sono misurate a mestiere da mano sapiente che confeziona il tutto in un grande equilibrio.
È la volta della Sicilia con l’Etna Doc Gaudensius Blanc de Noir Brut di Firriato da uve Nerello Mascalese. Un vitigno che negli ultimi anni guadagna sempre più i consensi degli appassionati e che anche spumantizzato in bianco si è lasciato apprezzare. La ricchezza del suolo vulcanico esalta gli aromi fruttati e le sfumature di agrume, che si ritrovano anche nel sorso sapido ad accompagnare la persistenza e la piacevole chiusura di mandorla.
Dalla Puglia un campione assoluto come D’Arapri con il Millesimato Riserva Nobile Brut 2016 da uve Bombino Bianco, piacevolmente introdotto da Girolamo D’Amico, uno dei tre fondatori che in poche parole ha riassunto la storia di amicizia e passione da cui nasce il successo di questi vini. Straordinario per verticalità e sapidità, perfettamente bilanciata nella freschezza di agrumi dolci e frutta matura. Estremamente fine con rimandi di pasticceria e frutta secca.
Le Marche erano presenti con il verdicchio, vitigno che sta dando grandi risultati a parecchi produttori anche in versione spumante. Colonnara con il Brut Metodo Classico Riserva Ubaldo Rosi 2013 ne è esempio evidente, nel suo profilo fine che aderisce perfettamente alla tipologia nei sentori di panificazione, erbe aromatiche e fiori bianchi. In bocca grande equilibrio, freschezza e persistenza.
Chiusura in Basilicata con Cantine del Notaio ed il suo Metodo Classico La Stipula Brut 2014 Rosè, unico rappresentante del genere ed ottenuto da uve Aglianico. Vitigno che qui converte la sua potenza in eleganti note fumé, grafite, ferro, con accenni floreali scuri e piacevole finale di frutta secca che si distende in lunghezza. Ottimo assaggio per concludere una gran bella degustazione.
Bruno Fulco
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