È stata l’innocenza di una bambina che ha risvegliato la coscienza sopita o sepolta sotto i cumuli del “ho ben altro a cui pensare” che noi uomini buttiamo lì appena le nostre donne ci fanno presente che dimentichiamo date importanti, per loro, o che non ci prodighiamo in troppe attenzioni.
La bimbetta chiede alla nonna, giovane, come si chiamano quei fiori gialli e la nonna risponde “Sono mimose” e spiega che sono per la Festa delle Donne, di tutte le donne, aggiungendo spiegazioni che mi sono sfuggite. Invece ho rizzato le orecchie alla nuova domanda della piccola “Anche gli uomini hanno una Festa?”, la risposta scontata è stata “No”, infatti che Festa abbiamo noi, solo quella del Papà e se non siamo padri nessuno ci festeggia. Ma la piccola, come tutti i bambini di quell’età chiede “Perché?” e la nonna “Forse perché loro non se lo meritano …”.
Ho colto il messaggio, sono qui per rimediare, anche senza meriti.
Questo vuole essere un omaggio a tutte le donne, a quelle che fanno parte della nostra vita, e per essere rispettosi aggiungiamo anche le ex in quanto accomunate nel genere femminile, alle collaboratrici del nostro giornale principalmente, ai milioni di donne che fanno girare l’economia nazionale, alle imprenditrici di ogni settore che i dati statistici mostrano sempre più in crescita e con risultati manageriali, forse, ma neanche tanto forse, superiori a quelli di imprese gestite al maschile.
Le donne riescono in tutto e questo non è piaggeria legata all’occasione, è la sincera verità, che noi uomini dovremmo riconoscere ogni giorno dell’anno, non solo l’8 marzo.
Qui vogliamo rendere omaggio anche alle operatrici di qualunque ruolo o carica nel settore di cui ci occupiamo.
È il risultato di una recentissima indagine: delle 234.684 aziende rosa dell’agroalimentare, oltre 9 su 10 riguardano il comparto agricolo, 3 aziende su 5 sono i bar o ristoranti gestiti da donne, quasi il 60% del comparto.
Non c’è altro da dire, tanto di cappello.
E tanti sinceri auguri, Signore.
Francesco Turri
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