Di Oleoturismo ed esperienze di Turismo dell’Olio si è discusso a Trieste nella seconda giornata di Olio Capitale, nel corso di un Convegno in cui è emersa la soddisfazione per il nuovo slancio che il ramo delle offerte turistiche ha trovato dopo i due anni di misure restrittive a causa dell’emergenza sanitaria.
Al convegno “Olive Oil Experience: la nuova frontiera del turismo enogastronomico” hanno preso parte tra altri Elena Parovel, consigliere nazionale Movimento Turismo del Vino, Roberta Garibaldi, presidente della giuria del Concorso nazionale Turismo dell’Olio, e anche Michele Sonnessa, presidente dell’associazione Città dell’Olio, Paolo Morbidoni, presidente Federazione italiana Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, e Vito Segnati, direttore del Network Mirabilia.
È seguito un seminario formativo sul come creare un percorso di visita e accoglienza nel turismo dell’olio.
L’oleoturismo è un fenomeno recente che va organizzato nel rispetto dei dettami della recente legge sull’oleoturismo e dai suoi decreti attuativi.
Le esperienze turistiche legate all’olio extravergine di oliva rappresentano la nuova frontiera del gastroturismo, e una nuova attrazione culturale che tuttavia necessita di intercettare i diversi bisogni dei viaggiatori.
Tra gli aspetti emersi nel corso del Convegno, è stato evidenziato che nel Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano a cura di Roberta Garibaldi, amministratore delegato di Enit, alcuni dei dieci trend riguardano il turismo dell’olio.
Ad esempio: la scoperta degli itinerari dell’olio, che necessitano di strumenti operativi che permettano alle imprese olivicole, alle attività ricettive e di ristorazione e ai tour operator per costruire in sinergia esperienze olio-enogastronomiche accattivanti.
Ma anche la necessità di una svolta digitale dei Musei del Gusto e delle Oleoteche, che nel futuro potrebbero trasformarsi sempre di più in hub gastronomici, spazi poli-funzionali e mettere in rete i produttori garantendo loro visibilità.
E ancora il rinforzo degli agriturismi come luoghi di benessere dove fare esperienze uniche, favorendo il riconoscimento del territorio e facilitando l’arrivo dei turisti soprattutto nelle aree rurali.
Bisogna allargare la conoscenza e l’offerta, «e far capire che dietro il prodotto olio c’è un territorio e ci sono degli straordinari produttori», come ha affermato Paolo Morbidoni, presidente della Strada dell’Olio Dop Umbria e Coordinatore delle Strade del Vino e dell’Olio dell’Umbria.
Paesaggio e prodotto sempre più legati
Oggi il turista è più attento, valuta con attenzione non solo la qualità dei prodotti e alle specialità culinarie locali, ma anche il paesaggio.
Le esperienze oleoturistiche, in verità, non possono ridursi alla semplice degustazione di olio nuovo, ma è necessario costruire un complesso di iniziative ed esperienze che facciano vivere il territorio nel suo complesso, soprattutto raccontando la storia che c’è dietro al prodotto e intorno ai luoghi.
Devono essere coinvolti, i produttori, i trasformatori, i ristoranti, le botteghe, le oleoteche, i musei, i punti informazione, insomma le piccole comunità, come ha dichiarato Michele Sonnessa, presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio lanciando a Olio Capitale il nuovo bando per progetti di oleoturismo, che prevede tra l’altro la collaborazione con Movimento Autonomo Agenzie di Viaggio Italiane (Maavi).
Il 58% dei turisti valuta importante nella scelta della meta la presenza di piste ciclabili, 54% vorrebbe poter svolgere tour in biciletta/MTB negli uliveti e/o vigneti, il 46% fare jogging o trekking in questi stessi luoghi.
Numerosi sono gli agriturismi che hanno iniziato ad offrire nuove formule come percorsi di oil trekking o tour in bicicletta tra gli uliveti, abbinati a degustazioni di prodotti locali.
Elena Parovel, consigliera nazionale Movimento turismo del vino, ha spiegato come da anni siano organizzate le camminate negli ulivi, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Città dell’Olio: ci sono i frantoi che aprono le porte durante la spremitura per far vedere e assaggiare il prodotto durante il processo di produzione con degustazioni nelle loro aziende.
La Parovel, titolare assieme al fratello dell’azienda omonima a San Dorligo della Valle (Ts), ha raccontato l’esperienza realizzata nel mese di agosto dello scorso anno con l’evento “Arte a cielo aperto”, che ha coinvolto il Comune stesso in collaborazione con i produttori e il teatro la Contrada con gli uliveti che hanno ospitato delle perfomance artistiche.
Maura Sacher
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