Nessun problema per la salute dallo sbiancamento dei molluschi, pratica adottata per “andare incontro alle esigenze del consumatore”, giacché costui preferisce il pesce non grigiastro o smunto bensì dai colori decisi (come il tonno o il salmone rosseggiati con il succo di rapa rossa).
Lo assicura il nostro Ministero della Salute con la circolare n.0003649, resa nota il 5 febbraio 2016, che, facendo riferimento alla pratica già usata in Spagna, autorizza sul suolo nazionale l’impiego di “soluzioni acquose contenenti perossido di idrogeno, come coadiuvante tecnologico, nella lavorazione dei molluschi cefalopodi eviscerati da commercializzare decongelati o congelati”, purché in quantità non superiori all’8%. Per la precisione si tratta della soluzione ‘Acquative 3S’, con contenuto di perossido di idrogeno non superiore all’8% e di acido citrico E330 e di citrato di sodio E331 non superiore rispettivamente al 15%. In poche parole, “acqua ossigenata”, nella quantità di quella per schiarire i capelli.
Inoltre, nella circolare il trattamento con la soluzione è definito “coadiuvante tecnologico”, pertanto non deve essere indicato in etichetta.
A seguito di una tempestiva interrogazione dell’europarlamentare Renata Briano (PD-PSOE), la Commissione europea ha risposto che “Il perossido di idrogeno non figura sull’elenco degli additivi alimentari autorizzati negli alimenti”, il suo utilizzo a questo scopo “non è autorizzato nell’Unione Europea”, e verranno chieste spiegazioni all’Italia sulla decisione adottata. Ossia, non “autorizzato” si dovrebbe leggere come “vietato”.
Come mai in Spagna vige la prassi e nessuno se ne è accorto?
Intanto, noi consumatori come facciamo a riconoscere seppie, polpi, calamari, totani trattati con l’acqua ossigenata da quelli non trattati, se non è scritto sull’etichetta? Non lo può sapere nemmeno il nostro pescivendolo di fiducia.
E poi abbiamo tanto orrore del pollame altrettanto sbiancato con acqua ossigenata che arriverà sui nostri mercati, se verrà firmato l’accordo di libero scambio (TTIP, ma anche CECA) tra gli USA e il Canada con la UE?
Possibile che a Bruxelles usino due pesi e due misure?
Maura Sacher
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri