Mezzo secolo di immagini della storica Trattoria Bolognese
La Trattoria Da Vito è stata per decenni un punto di riferimento importante per tutti coloro che facevano molto tardi di sera, per molti attori delle compagnie che recitavano nei numerosi teatri di Bologna e gli artisti che tenevano concerti in città.
Un certo Francesco Guccini soprannominato dagli Amici Il Maestrone andò ad abitare nel 1970 in Via Paolo Fabbri 43 nel Quartiere Cirenaica.
Essendo anche un poco pigro attraversò la strada ed entrò nella Trattoria Da Vito per mangiare.
La Trattoria esisteva già con un altro nome e Vito Pagani classe 1911 ne prese la gestione il 29 Dicembre del 1949.
Vito era in Africa con il duca d’Aosta ed era stato preso prigioniero dagli inglesi in Etiopia dopo la resa dell’Amba Alagi.
Dopo un periodo di prigionia trascorso in Kenia Vito venne trasferito dagli inglesi in India e poi in Australia. Nel frattempo aveva sposato Rosa detta Rosina per procura e lei lo affiancava nella gestione della Trattoria.
Il Maestrone si ricorda che per un pasto completo compreso caffè e whisky pagava mille lire.
Bei tempi davvero.
Nelle oltre duecento pagine del libro, 252 per esattezza, oltre a immagini già viste si trovano foto assolutamente inedite scattate da Piero Casadei che ha realizzato il libro edito da Calamaro Edizioni assieme al giornalista e scrittore Giulio Predieri.
L’idea degli Ex Vito scaturisce dall’estro congiunto di Mauro Mattioli detto Il Vip e di Piero Casadei.
Scatti in bianco e nero che raccontano una storia irripetibile.
Un ricco corredo di aneddoti narrati da Giulio Predieri, un affettuoso saluto del Maestrone, un racconto del Ragno e uno del Comandante Vito completano questo prezioso volume.
Vito era stato soprannominato Il Comandante e molti altri dei Biassanot che frequentavano la Trattoria erano stati battezzati con simpatici soprannomi.
Il Comandante, il Maestrone e Lucio Dalla detto Il Ragno erano coloro che solitamente affibbiavano gli epiteti affettuosi e a volte un poco canzonatori agli avventori, soprattutto a
quelli del privilegiato milieu che restavano dentro alla Trattoria dopo la chiusura alle ore 00.02 nella bellissima, affascinante e misteriosa notte bolognese.
Era il ritrovo dei tira tardi e degli appassionati dell’affascinante e difficilissimo gioco del Tarocchino Bolognese del quale Il Comandante era provetto e scaltro giocatore.
Storiche disfide notturne con le carte lunghe si sono svolte sui tavoli della Trattoria.
Si giocava pure a tressette, briscola, traversino, mattazza, pigugnino e scopone. Nel 1997 venne presentata in Trattoria la neonata Accademia del Tarocchino Bolognese.
Presidenti onorari erano Francesco Guccini Il Maestrone e Sir Michael Dummett Professore di Filosofia ad Oxford, grandissimo appassionato delle carte lunghe ed autore del libro più completo sul gioco.
In osteria c’è un pianoforte verticale che era solito suonare Jimmy Villotti soprannominato Il Bananoso.
Il soprannome di Paolo il figlio di Vito era Il Banano e Silvano Pagani nipote di Vito era appellato L’Imbananato.
Il trio era conosciuto come Gli Ismiti.
Il fotografo e fotoreporter Roberto Serra è tuttora conosciuto come Sveglia.
Un ex legionario della Legion Etrangere veniva chiamato dal Maestrone Sidi Bel Abbes città algerina che era sede di un forte e del quartier generale della nota legione coloniale francese.
Franco Ciani giovane cantautore bolognese recentemente scomparso era chiamato Il Cinno Pazzo.
Renzo Cremonini socio e produttore discografico del Ragno era affettuosamente Giabbozzo per noi tutti Biassanot.
Sergio Caprara rispecchiava veramente il suo curioso soprannome: L’Esagerato.
Girolamo Zorli uno dei fondatori della Accademia del Tarocchino Bolognese: Il Conte e conte lo è davvero.
Franco Franzoso grandissimo artigiano ed inventore Il Gallo.
Il fotografo d’arte Piero Casadei era Bubu per tutti noi.
Giampiero Negretti giornalista e grande intenditore di cose belle era stato appellato Magretti dal Comandante Vito per la sua figura elegante davvero esile.
Franco Bonvicini arrivò da Vito che era già Il Bonvi, Vito lo dileggiava con ironia chiamandolo Bombi.
Marco Marmo Nanni bassista degli Skiantos e degli Stadio è ancora noto come Manacce.
Silvano Pagani era chiamato anche Il Gamberone.
Luca Carboni era Mabiboh.
Il mio curioso soprannome datomi da Lucio è Moschetto e tuttora molti non mi chiamano Umberto bensì appunto Moschetto.
Il libro è stato presentato alla Trattoria Da Vito ed è in vendita al prezzo di 20 euro.
Calamaro Edizioni Bologna – Via Sante Vincenzi 3
Umberto Faedi
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri