I mercati più favorevoli per i vini biologici italiani
Il mercato italiano nei primi tre mesi del 2023 ha evidenziato un calo degli acquisti di vini biologici.
Varie le ragioni di questa contrazione, dalla inflazione agli aumenti dei prezzi giustificati dall’aumento del vetro, della carta e della logistica.
All’estero la nazione che apprezza e acquista di più questa tipologia è la Germania che è il primo mercato di riferimento per i vini biologici.
Le nazioni scandinave sono al secondo posto mentre per i paesi al di fuori dalla UE ma in Europa ci sono Svizzera e regno ancora unito.
Per quanto concerne gli altri continenti Canada e Stati Uniti sono sul podio assieme al Giappone in terza posizione.
In Svezia c’è un monopolio statale che gestisce le vendite di bevande alcoliche.
Il 25 % della quota è a favore dei vini a marchio biologico. Il controvalore ammonta a oltre 600 milioni di euro con un tasso di crescita medio del 15 % negli ultimi anni.
I vini biologici italiani rappresentano il 42 % del totale di vendite sia come volume che come valore.
Le regioni italiane più apprezzate dai consumatori svedesi sono il Veneto con il Prosecco che è la denominazione a marchio bio più venduta, Sicilia e Puglia con il 24 % delle vendite si posizionano al secondo posto.
I consumatori e i clienti indigeni indicano al primo posto i vini italiani quali quelli di maggiore qualità.
In Svezia e Danimarca i consumatori compresi tra 18 e 65 anni acquistano e bevono vini biologici italiani e oltre il 20 % di questa fascia di età lo fa con cadenza settimanale.
Le famiglie con alto reddito acquistano molti vini bio italiani e l’interesse a degustare e provare questi vini è molto alto tra i consumatori: arriva al 46 %. Il 35 % è disposto a spendere di più per un vino italiano non biologico.
Il 34 % dei clienti è attratto dalle promozioni delle catene di grande distribuzione e dai prezzi più bassi che propongono per le cantine più famose.
Altri dati che influenzano favorevolmente i clienti sono le informazioni delle cantine in merito al basso impatto ambientale e le confezioni ecosostenibili. Il mercato giapponese è il secondo in Asia per consumo di vini.
Il paese del Sol Levante è il quinto importatore mondiale di vini dopo Stati Uniti, regno ancora unito, Germania e Canada.
Il valore degli acquisti di vini all’estero ammonta a 1,7 miliardi di euro.
I vini stranieri preferiti dai sudditi del Mikado sono quelli franzosi seguiti a ruota da quelli italiani.
Tra I consumatori della fascia di età compresa tra 18 e 65 anni c’è un forte interesse per i vini bio nostrani.
Quasi il 50 % ha acquistato un vino italiano lo scorso anno.
Dal primo Ottobre 2022 i vini bio italiani hanno ottenuto la certificazione biologica giapponese JAS ben conosciuta dai consumatori japs.
Ci sono ampi margini di crescita per questa tipologia di vini nostrani dato che più di un terzo dei consumatori con gli occhi a mandorla sembra disposto ad acquistare questi vini se li trova nei punti vendita nei quali fa di solito le spese.
Gli indecisi rappresentano il 41 % e sono attirati da prezzi accessibili e da maggiori informazioni disponibili nei media.
I fattori negativi che limitano gli acquisti di vini bio italici sono le scarse informazioni sulle caratteristiche distintive dei nostri prodotti e la scarsa possibilità di scelta di referenze negli scaffali della grande distribuzione jap.
Umberto Faedi
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