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Lo scandalo del vino dealcolato si perde in un bicchiere d’acqua

Un certo putiferio si è scatenato dopo che una nota associazione di categoria ha scandalizzato l’opinione pubblica diffondendo la notizia che la UE voleva annacquare anche il nostro vino.

L’idea di vini totalmente o parzialmente dealcolati ha scatenato indignazione, anche se si sapeva che qualche produttore, in giro per il mondo, si è cimentato nel vino senza alcol, o “dealcolizzato”, vino analcolico.
Del resto è già diffusa la birra analcolica, una bevanda che di birra ha solo il colore.

L’obiezione principale che si levava era che senza un titolo alcolometrico decente il vino non può essere considerato tale, né tale può essere chiamato.
Solo una bevanda in una bottiglia di vino, o anche in barattolo come sperimentato da qualcuno.

E, pertanto, ci si preoccupava per le nostre Doc e Igp, i cui rigidi disciplinari contemplano passo per passo la vinificazione, anche per ottenere i gradi di percentuale alcolica a cui i palati dei consumatori sono affezionati.

Nel frattempo, sono intervenuti degli esperti per gettare un po’ d’acqua (altra acqua) sul fuoco dell’allarmismo, spiegando come non sia proprio che il vino venga “annacquato”, o che prima di imbottigliarlo gli venga fatto “svaporare” l’alcol, ovverossia che con tecniche correttive venga sottratta gran parte o la totalità di etanolo contenuta nel vino.

Abbiamo ben presente che la dealcolizzazione è stata ammessa dall’OIV nella finalità di ottenere prodotti destinati a mercati di alcuni Paesi interessati, per ragioni culturali o religiose, o forse anche sociali.

Certo non possiamo opporci, se i nostri eccellenti produttori vinicoli volessero aprirsi a nuove vantaggiose possibilità di mercato, temendo spietate concorrenze.

A noi basta che sulle etichette sia segnalato IN GRANDE che si tratta di “vino dealcolato”.

E che non si faccia la furbata di aumentare il prezzo del vino vero, quello naturale e genuino, che vogliamo sempre sulle nostra tavole!

È solo questo che si abbina alla Dieta mediterranea, patrimonio nazionale e dell’Umanità.

Maura Sacher


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