Dalle tradizioni cucinarie territoriali ai successi dell’imprenditoria giovanile
Territorio, paesaggio, enogastronomia e tradizioni cucinarie di una terra antica ma anche accoglienza, valorizzazione dei centri storici, riuso delle aree dismesse, imprenditoria giovanile. Tanti i temi con cui l’Irpinia, piccolo territorio, quasi una enclave di bellezza e di natura incontaminata nella già ammiratisima Campania, vuole dialogare e confrontarsi col mondo dell’Expo.
A Piazza Irpinia – questo il nome del suo padiglione allestito a pochi metri dall’Albero della Vita – fino al 31 luglio si svolgeranno in totale 160 eventi per raccontare la realtà di questa terra con incontri, seminari e performance, dove la cucina si alternerà allo spettacolo, lo sport alla cultura, le tipicità alla ricerca.
Il progetto, promosso dalla Camera di Commercio di Avellino, vede l’impegno di 29 Comuni con il coinvolgimento di 21 partner, 10 Università e di tanti rappresentanti del mondo dell’enogastronomia, dell’arte della ricerca, della salute, dell’impresa. Se è il cibo al centro del dibattito, questa terra con un passato di agricoltura di sopravvivenza propone il suo patrimonio enogastronomico di ataviche tradizioni, ma anche un approfondito dibattito sulle nuove frontiere della scienza dell’alimentazione e sulla nutraceutica. Tra gli ultimi appuntamenti quello sulla celiachia e sulle intolleranze alimentari, patologie in crescita che riguardano la popolazione mondiale e che stanno modificando il suo stile di vita.
Non è un’Irpinia nostalgica o della memoria, questa dell’Expo, ma una terra moderna, al passo con i tempi, che sa valorizzarsi proprio puntando sulla propria storia e sui giovani. “E’ un mosaico di tradizioni, storia e progresso – ha detto Costantino Capone, presidente della Camera di Commercio di Avellino- e vogliamo raccontare un territorio che non vanta solo un importante paniere agroalimentare ma anche luoghi di grande bellezza, con un network di realtà imprenditoriali in grado di esprimerne al meglio i valori. Abbiamo la consapevolezza di come questa sia la più grande vetrina che si potesse offrire alle nostre eccellenze. Vogliamo esserci, con un’Irpinia che funziona, con la forza delle sue tradizioni e la passione dei giovani, con i suoi prodotti e un paesaggio unico. Per questo nel corso della nostra permanenza toccheremo ogni tema di attualità e tutti i settori, dall’enogastronomia all’arte, dalla cultura allo sport, dall’ambiente alla salute. E lo faremo con un’attenzione che qualcuno ha già definito Made in Irpinia”.
Tante le personalità che sono state protagoniste e che che continueranno ad animare il padiglione: dal giudice costituzionale Sabino Cassese allo scienziato Antonino Zichichi, dall’oncologo Cesare Gridelli fino ad Alessio Fasano del Centro per la Ricerca sulla Celiachia dell’MIT di Boston. Il musicista Premio Oscar Luis Bacalov si è ispirato proprio alle bellezze delle vallate irpine per il suo brano di successo, colonna sonora di vari appuntamenti. Tante anche le star dello spettacolo come Vinicio Capossela, Vincenzo Salemme, Marisa Laurito, Michele Placido, Alessandro Preziosi, Daniele Bossari. Senza dimenticare lo sport, con la partecipazione delle squadre di calcio e di basket di Avellino. Non poteva mancare l’Istituto Tecnico Agrario “Francesco De Sanctis” di Avellino, la seconda scuola di enologia più antica d’Italia con i suoi 136 anni di storia. I suoi allievi hanno partecipato in massa all’evento “La cantina didattica”. Fondata nel 1878 dall’allora ministro irpino Francesco De Sanctis che ebbe l’intuizione di dare vita ad un’istituzione che sfruttasse il territorio e la sua vocazione vitivinicola, la scuola oggi favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro di tanti giovani irpini.
I tre vini più famosi, Fiano, Greco e Taurasi, saranno il 25 giugno al centro del progetto “Irpinia-Topologia di una terra”, che comprende un’installazione artistica che sintetizzerà territorio ed eccellenze, con un talk show sulle tematiche del food, del design e dell’artigianato locale, tra tradizione e innovazione. Affollatissimo lo show cooking di Marisa Laurito, l’attrice campana che ama la cucina come il teatro e che ha preparato due piatti: uno poverissimo quanto gustoso, Rape e patate, e uno della festa, le Cannazze di Calitri. Si tratta di una ricca pasta, di rigore ziti, con vitello, formaggio, pomodoro cipolla e peperoncino,di origine settecentesca e tipico dei banchetti di nozze. Insieme alla Laurito, sono arrivati gli chef Tonino Cogliano, Antonio Minichiello e Antonio Matarazzo a parlare dei cuochi irpini emigrati in giro per il mondo portando la loro cultura gastronomica e delle loro tipicità, primo tra tutti il caciocavallo podolico e la sopressata. Impegnatissima la Comunità Montana della Valle dell’Ufita che continua a presentare le bellezze e le tipicità di quella che è definita la “valle del buon vivere”, quindi si è parlato di pane, di mele, di nocciole, di grani antichi e di frutti dimenticati a cui stanno puntando giovani agricoltori. Con il talk “Il sistema industriale irpino tra eccellenze e start up” in tre diversi momenti, sono intervenuti i titolari di 12 aziende che hanno investito nel territorio confrontandosi sui temi dello sviluppo, dell’internazionalizzazione e sulle nuove sfide del mercato globale. “Non temiamo il confronto con realtà internazionali di peso e dimensioni di gran lunga superiori alla nostra – ha detto ancora Costantino Capone- ma abbiamo raccolto l’esigenza di dare voce a un territorio sì piccolo, ma rappresentativo di una grande cultura, denso di tradizioni e passioni, di eccellenze e di progresso. Il nostro intento è di fare dell’Irpinia un brand positivo, utile ai nostri giovani per il loro futuro immediato”.
Mariella Morosi
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