L’EnoArte di Elisabetta Rogai sta conquistando il mondo del vino. Amata dal mondo dell’arte per i suoi quadri vibranti, dove le figure femminili si slanciano e attraversano la tela per abbracciare lo sguardo dello spettatore, Rogai dipingendo con il vino ha conquistato anche il cuore di tanti produttori. I tratti del suo pennello intinto nel colore dato dal loro vino, fa un racconto prezioso della loro azienda e ne da un’immagine dal giovane color porpora al saggio ambrato con tutte le loro sfumature, che annata dopo annata, la produzione racconta.
Elisabetta Rogai ha iniziato a dipingere fin da bambina e oggi le sue opere si trovano nelle più importanti collezioni mondiali.
Nata a Firenze, Elisabetta Rogai dipinge dall’età di nove anni e la sua prima personale è del 1970, inoltre ha legato il suo nome a varie esposizioni di livello nazionale e internazionale.
Dal 2012, anno del suo debutto internazionale con una mostra nella città di Lugano e poi con una sulla Croisette di Cannes, la sua carriera è stata un susseguirsi di eventi, incontri, quadri, affreschi che le sono stati commissionati da tutto il mondo.
Nel 2016 uno dei suoi dipinti, Astrid, diventa l’etichetta del vino ufficiale del primo semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea, un Chianti Classico. Eclettica, vulcanica, simpatica ad Elisabetta la semplice tela sta stretta e allora sperimenta la pittura su tessuto denim, il tessuto dei jeans, ed è un gran successo.
E ancora, pittura su tavole lignee trattate con la tecnica dell’affresco come quelle per la Pieve di San Giovanni Battista a Corazzano, quella de il Battesimo di Cristo, opera collocata all’interno di una pieve romanica del 996 ad Artimino (Prato). Intanto mostre, esposizioni, la sua presenza immancabile in Versilia: Elisabetta Rogai piace specialmente a coloro che amano collezionare opere d’arte.
La pittura con il vino arriva nel 2011 e l’EnoArte è subito un successo. La tecnica di dipingere usando il vino, oppurtunamente trattato in laboratorio con una tecnica studiata con il Prof Bianchini dell’Università di Firenze, permette ai quadri di invecchiare seguendo l’evoluzione del prodotto regalando opere “vive” che si modificano nel tempo.
Una tecnica brevettata da Rogai che permette al colore di non sbiadire oltre una certa soglia, ma di cambiare come fa un buon vino. I quadri wine-made sono fatti su tele di canvas con vini rossi a cui non vengono aggiunti né additivi né fissanti. Così sulla tela rimane il vino, con il suo racconto, il suo percorso di invecchiamento, le sue sfumature e il suo profumo.
Il vino viene trattato con uno speciale macchinario che permette una riduzione a freddo al fine di ottenere il colore necessario alla pittura. Numerosi esperimenti e prove hanno portato al momento a selezionare uvaggi con la massima concentrazione di antociani molto adatti all’EnoArte, Nero d’Avola e Colorino in primis.
Oggi Elisabetta Rogai è chiamata dalle più grandi case produttrici ma anche da Enoteche e ristoranti stellati ad esibirsi dipingendo con gli estratti dei loro vini davanti ad un pubblico che la segue sempre numeroso in tutto il mondo. Le tele da lei dipinte sono il valore aggiunto di un’azienda che ha modo così di mostrare, anche fuori dalla bottiglia, la sua personalissima produzione.
Le performance live in occasione di vernissage o appuntamenti enologici sono sempre molto seguite dal pubblico ed hanno anche il pregio di avvicinare all’arte anche attraverso i profumi del vino e le emozioni che richiama. Personalmente ho assistito ad alcuni eventi ed è incredibile vedere come le persone seguano con attenzione ogni pennellata mentre sui loro volti le emozioni si rincorrono regalando attimi di serenità che solo l’Arte vera può regalare. Sarà questo il segreto per cui i produttori di tutto il mondo scelgono Elisabetta Rogai per “immortalare” su tela i loro vini?
Nell’anno dell’Expo, l’artista è stata chiamata a dipingere Drappellone del Palio dell’Assunta 2015 dove l’Immagine dell’Assunta in cielo, che riporta in sé il concetto dell’ identità femminile legata alla Madre Terra, è stata realizzata con Brunello di Montalcino di alcune delle maggiori aziende produttrici. Un racconto di ampio respiro dove la donna e la terra feconda sono il filo conduttore che da sempre accompagna la pittura di Elisabetta Rogai.
Roberta Capanni
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