Protagonista a Dubai Expo dal 28 febbraio al 3 marzo 2022, anche l’Urban Vineyards Association (U.V.A.), l’Associazione delle Vigne Urbane, nata nel 2019 a Torino e in poco tempo cresciuta con l’adesione di ben cinque di vigneti sorti in città dell’estero.
Mercoledì 2 marzo (ore 13:30 ora italiana) è in programma la conferenza dal titolo “Sustainable Beauty will save the world” organizzata da U.V.A. all’interno del Padiglione Italia, nello spazio della Regione Piemonte, che, fin da subito, ha accettato di collaborare stante il legame a doppio filo con l’Associazione.
Sarà possibile assistere in streaming collegandosi al link https://youtu.be/hJGJWegKSng.
Perché il vigneto urbano
«In un momento complesso a livello globale come quello che stiamo attraversando ormai da diversi anni è diventato fondamentale studiare nuovi approcci e promuovere modelli virtuosi per il nostro pianeta – racconta Luca Balbiano, Presidente di U.V.A. – Una vetrina come quella dell’Expo Dubai è un’occasione imperdibile per poterci raccontare e per promuovere la nostra Associazione e i progetti in cui crediamo fortemente.
Il vigneto urbano non ha soltanto valore dal punto di vista vitivinicolo.
È un patrimonio storico, culturale e sociale che va tutelato e accompagnato nella sua evoluzione.
È un modello innovativo per le città di domani, un inno alla bellezza sostenibile, un’opportunità da cogliere per dare vita ad un turismo più consapevole, intelligente e rispettoso.
È l’esempio perfetto di come la Natura possa davvero salvare il mondo».
La presenza all’Expo di Dubai ha l’obiettivo di promuovere il vigneto urbano come nuovo modello di turismo e di sviluppo sostenibile per lo spazio cittadino.
Partecipare ad una delle vetrine mondiali più importanti in fatto di innovazione e sviluppo è un’eccezionale occasione per mostrare la vigna urbana come esempio di rigenerazione delle città sia sul piano del turismo “intelligente” sia su quello della qualità della vita per gli abitanti.
Le vigne di città, infatti, sono in grado di rivoluzionare le aree urbane e di diventare il simbolo di un modello di vita.
Quattro sono le principali direttrici del progetto U.V.A. che saranno il focus della conferenza del 2 marzo.
Da un lato, diffondere una delle più preziose eccellenze enogastronomiche come il vino e sostenere una pianta con un ruolo centrale nell’aridocultura (o “dry farming”).
Inoltre, dare vita a spazi di aggregazione verdi che ospitino piccole comunità di cittadini che condividono il rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali.
E, infine, dal punto di vista più ampio e di politica economica “sviluppare un asset turistico, dato dal mix fra sostenibile e smart, in piena linea con i trend di rinnovamento sociale e ambientale”.
L’Italia è una terra di grandi vini e il Piemonte con le sue colline di Langhe Roero e Monferrato è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, come ha sottolineato Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, orgoglioso che proprio dal Piemonte, dall’Italia, sia partita “l’intuizione che ha portato oggi a una grande sinergia internazionale per valorizzare un gioiello raro e prezioso come le vigne urbane”.
La storia dell’associazione dei vignaioli urbani inizia proprio nella regione sabauda, in occasione della manifestazione “Vendemmia a Torino” del 2019.
Fondatore e presidente è Luca Balbiano, produttore vitivinicolo della provincia di Torino che dal 2009 gestisce Vigna Villa della Regina, vigna metropolitana del capoluogo piemontese.
La “Vigna della Regina” è rinata all’interno di una delle antiche Residenze Reali, grazie al lavoro della famiglia Balbiano e del Ministero dei Beni Culturali e al supporto della Regione Piemonte con il progetto “Vendemmia a Torino – Grapes in town”.
La platea dell’Urban Vineyards Association
L’U.V.A. è attualmente composta da sette vigne urbane d’Italia, e altre quattro tra Francia e U.S.A.
Lo scorso ottobre è entrato ufficialmente in U.V.A. il vigneto urbano impiantato sui tetti di Brooklyn a New York, il primo al di fuori dai confini europei.
Ma in altre parti del mondo esistono esperienze analoghe, che dimostrano come si riesca a sviluppare un ambiente favorevole perfino nel cuore di metropoli.
Le vigne urbane italiane riunite nella Urban Vineyards Association sono:
• Vigna della Regina all’interno di Villa della Regina a Torino
• i vigneti ritrovati della Laguna di Venezia
• la vigna di Castel di Pugna “Senarum Vinea” di Siena
• la Vigna di Leonardo all’interno della casa degli Atellani a Milano
• la Vigna del Gallo all’interno dell’orto botanico dell’Università di Palermo
• i filari di San Francesco della Vigna a Venezia
• la Etna Urban Winery di Catania
E inoltre all’estero: la vigna Clos Montmartre di Parigi; il Clos de Canuts a Lione; il Clos all’interno del Palais des Papes di Avignone; i filari di Rooftop Reds di New York.
Fanno parte di U.V.A. anche: Amici di Villa della Regina, Coldiretti Piemonte, Benedetto Carella, Associazione Nazionale Città del Vino.
www.urbanvineyards.org
info@urbanvineyards.org
Instagram e Facebook: @urbanvineyards
Maura Sacher
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