Stile e Società

Le polemiche sulla legge per l’agricoltura biologica

L’ approvazione del disegno di legge 988 concernente l’agricoltura biologica sta provocando un intenso dibattito.

In Italia il 16 % è (teoricamente) dedicato a questo tipo di coltura. Sono circa 500.000 le aziende agricole italiane e negli ultimi lustri molte si sono tramutate in biologiche.

I prodotti alimentari così classificati hanno conquistato una vasta platea di consumatori pur costando di più rispetto ai prodotti coltivati tradizionalmente.

Esiste un disciplinare e ci sono associazioni che rappresentano i produttori fra le quali FederBio e AssoCertBio alla quale aderiscono oltre il 90 % dei produttori. Il disegno di legge approvato alla Camera e che ora è al Senato equipara però l’agricoltura  biodinamica a quella biologica.

Le aziende che praticano il metodo biodinamico che abbiano o meno la certificazione Demeter, che comunque è un ente privato, saranno equiparate a quelle biologiche. Questo solo se sono già certificate bio. Il disegno di legge prevede una quota di fondi pubblici dedicati alla ricerca scientifica.

Risorse sono destinate alla formazione nel settore biologico e quindi al biodinamico. I contrari a questa equiparazione temono che enti e associazioni potrebbero organizzare corsi e attivare progetti incentrati sull’esoterismo biodinamico.

Secondo i dettami di Rudolf Steiner da lui enunciati e pubblicati in un libro postumo nel 1925 si devono osservare regole in campagna che spaziano tra il paranormale e il tradizionale.

Grazie ai fondi previsti si potrebbero attivare insegnamenti con crediti formativi sulla profondità migliore alla quale sotterrare le corna di bovini e le vesciche di cervo. Oppure su come mescolare il letame e come orientare meglio al pascolo gli animali perché catturino i raggi cosmici.

Sono previsti il compostaggio e si seguono le fasi lunari. Così come si attua il sovescio ossia l’interramento di piante particolari a scopo fertilizzante e la rotazione delle colture.

E questo fa parte di pratiche consolidate da centinaia di anni in agricoltura. Io resto e si resta sconcertati davanti alle altre pratiche quali il preparato 500 o cornoletame. Reperite corna bovine, non si sa come, si devono riempire con quarzo e letame e seppellirle per 6 mesi.

Si ottiene cornosilice che deve essere spruzzato sulle piante e sulle viti e ciò stimolerebbe la fruttificazione e i processi legati alla fotosintesi.

Non voglio assolutamente deridere o denigrare i produttori che seguono questa pratica agricola. Credo che la stragrande maggioranza di loro lo faccia perché convinta di contribuire a migliorare l’ecosistema mondiale. Resto molto scettico sulla applicazione di questa pratica agricola.

Umberto Faedi 


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Redazione

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