Nella classifica della nostra Guida “Il vino per tutti”, c’è un ‘en plein’ che ha attratto la mia attenzione: cinque bottiglie su cinque tipologie di un’azienda di Cormòns e, dunque, come ignorare le specialità che ricordano la mia infanzia, quando con la Topolino verde bottiglia, tettuccio non decapottabile, mio padre portava la famigliola in molte domeniche e Pasquette, anche in compagnia degli zii su altrettante auto d’“epoca”, in giro per il Collio, abitando noi a Gorizia.
Ci sono molti luoghi nella mia memoria di bambinetta, già scrupolosamente attenta ai discorsi dei grandi ed ai commenti del papà, specie sul vino e sulla campagna. Ho imparato tanto da lui. Erano i tempi in cui un dito di vino era concesso ai bambini, se lo gradivano, e io lo gradivo.
Non conosco direttamente l’Azienda Agricola Branko, in località Zegla di Cormòns, ma ricordo bene i dintorni ricchi di vigneti, come Plessiva, Brazzano, Corno di Rosazzo, San Floriano del Collio, Ruttars, e la Subida, tutti nomi che parlavano di frasche e di “privade” (le corrispondenti delle “osmize” del carso triestino) e ora testimoniano i più superbi vini d’Italia, ma mi è bastato vedere il livello dei punteggi che si è aggiudicata nella nostra Guida, tra i più alti, tutti superiori a 88/100.
Cerchiamo di conoscerla meglio. L’Azienda Agricola Branko dal 1998 è gestita direttamente da Igor Erzetic, diplomato enologo, figlio di Branko di cui l’impresa tramanda il nome e che dai suoi filari fin dagli anni ’50 faceva vino, come tanti contadini, più per il consumo privato che per il mercato. Ma negli anni ’60, la nascita del Consorzio di tutela vini “Collio” e il riconoscimento DOC cambiano le prospettive e le necessità.
Bisogna qualificarsi come vignaioli, ed ecco che il giovane Igor si dà da fare, sistema le vigne, adottando forme d’allevamento tradizionali quali il “Capovolto” e successivamente il “Guyot”, tecnica che più permette alla pianta di modificare e migliorare la crescita.
È tipico di quelle parti l’amore per i vitigni curati come giardini. L’uso dei pali di legno contribuisce alla funzionalità dei lavori ed al pregio estetico dei vigneti, difesi con metodi “integrati” privilegianti formulati biologici.
Indi, Igor ristruttura i locali di vinificazione ed affinamento, si dota di attrezzature moderne, ma la sua filosofia è “rovinare” il meno possibile l’uva, rispettando la struttura dei grappoli e degli acini.
L’affinamento viene in parte in acciaio e in parte in botti di legno, con scelte oculate vino per vino.
Dopo le fermentazioni e l’imbottigliamento le bottiglie riposano coricate in locali
termocondizionati ed interrati quanto basta al fine di proteggerne l’evoluzione armonica nel medio – lungo periodo.
Oggi l’azienda, a conduzione familiare, coltiva una superficie di 7 ettari vitati e produce 50.000 bottiglie in media ogni anno.
Le sue creature sono cinque: i vini bianchi Pinot Grigio, Sauvignon, Chardonnay, Friulano, il vino rosso, chiamato semplicemente ‘Red Branko’, ben distinguibile dal tappo rosso.
Per le loro caratteristiche si rimanda a www.ilvinopertutti.it o al sito dell’azienda www.brankowines.com.
Inutile dire che il Pinot Grigio Branko ha ricevuto il punteggio più alto nella nostra Guida (93/100), per le qualità eccelse di quest’uva, che tra l’altro, come vino bianco in generale, a casa mia da sempre è stato il vino delle grandi feste con il menù di pesce.
Maura Sacher
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