La Vernazola regina di Urbana nella provincia di Padova
I manufatti spesso sopravvivono all’uomo, la durata delle opere normalmente è superiore allo svolgersi della vita.
È raro però trovarsi come per incanto nell’atmosfera dei primi del novecento.
L’opera di magistrale manutenzione e cura si deve all’amore per le cose e alla lungimiranza di Gianmarco Guarise, che trovatosi ad ereditare una storica piantata veneta l’ha saputa curare e coltivare con le medesime tecniche di un secolo fa.
Questo è l’anno della grande sete, il 2022 sarà ricordato come l’anno di minor piovosità e con la più alta escursione termica, e curiosità del caso vuole che 100 anni fa , esattamente nel 1922 la marcia su Roma del fascio di Benito Mussolini, questo riferimento centenario sia ricordato come un anno di analoga penuria di acqua ed eccesso di calore.
La piantata di Vernazola di Gianmarco allora era presente, molto più giovane ma presente.
Era un classico esempio di agricoltura promiscua, che a spazi adibiti alla coltivazione di cereali o a prato intercalava filari di viti maritate a piante vive, nel nostro caso abbiamo degli enormi salici centenari.
La varietà coltivata qui è chiamata Vernazola, ma i suoi nomi sono diversi a seconda degli areali Vernazina sui colli Euganei, Vernanzina in Trentino, bianca Gentile di Fonzaso a Feltre.
Dal punto di vista dell’identificazione parliamo di una varietà coltivata nell’asse della valle Lagarina fino alle pianure di Padova, è la Bianchetta Trevigiana.
In questa serata fresca e ventilata sotto la piantata di Gianmarco è imbandita una tavola, intorno alla quale si celebra la Vernazola.
Con il sindaco di Urbana Michele Danielli, si parla dei ricordi legati alla piantata, l’albero di ciliegie che lui e altri
ragazzi cercavano per coglierne i frutti, e l’uva appesa alla storica pergola bilaterale, che Santo Boggian giustamente definisce Piantà come si dice in Veneto.
Aldo Lorenzoni storico direttore della DOC Merlara è letteralmente innamorato di questi cento metri di storia, tanto lunga è la pergola, con le viti ormai centenarie fissate dai vimini, al modo antico, ai maestosi grossi salici, pensa già a questo manufatto vivente come a qualcosa da proteggere come patrimonio storico, cosi come è stato per altri paesaggi rurali storici.
È un discorrere rilassato e piacevole sotto i grappoli di Vernazola che cominciano già ad ingrossare.
La produzione totale di questa piantata sarà di circa 12 quintali di uva, vinificati e conservati seguendo le fasi lunari, ed è sulla scorsa di questo modo di lavorare che Gianmarco ci ha fatto fare una degustazione di vini da lui prodotti di diverse annate, con o senza solfiti mosso o spumante.
Il risultato della degustazione ci mostra una varietà generosa ed eclettica che ben si adatta ai vari metodi
produttivi con una preferenza per la variante mossa.
Direi che nel pacato discorrere della serata, è parso a tutti i presenti che questo, è un luogo speciale che va registrato e condiviso con la storia, ed è sotto il segno della storia che a questa stupenda piantata va riconosciuto il fregio di piantata storica da proteggere, non solo come fonte di materiale da propagazione, ma soprattutto come esempio di una realtà storica da non perdere.
L’UAV con la dott.ssa Ferrario ha già fatto una pubblicazione sull’argomento, quella di Urbana a due passi dal campanile della parrocchia, merita di essere un marcatore del territorio riconosciuto e certificato.
Un racconto glamour di grande interesse, che il sistema centenario rende possibile come esempio e contenuto di una tradizione , che è storia e potenzialità di racconto.
La piantata come le grandi alberate e per certi versi le più recenti Bellussere assieme all’alberello Pantesco devono diventare testimoni di una tradizione, che dal passato trae stimoli per riconsiderare in chiave attuale tutta la capacità di conservazione e preservazione insita in sistemi di questo tipo.
Prossimo appuntamento il 30 Agosto, per informazioni rivolgersi a Gianmaco Guarise
cell.333 2054044
Buon viaggio a tutti
Aldo e Luigino
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