Sono al Borgo delle Vigne per sentire da Carlo Gaggioli come è la situazione delle cantine e dei vini dopo un mese dalla fine del blocco.
L’ attività in vigna non si è mai fermata, le viti non sono soggette a pause nel loro sviluppo.
Le piante sono belle e sane, la pioggia che è caduta un paio di settimane fa ha contribuito ad una ottima fioritura e sviluppo dei grappoli.
Adesso sarebbe meglio che non piovesse per evitare attacchi di oidio e peronospora. C’è stata una impennata di vendite via e – commerce, anche perché prima del blocco era una pratica commerciale praticamente inesistente soprattutto per le aziende medio/piccole.
Ma questo relativamente nuovo modo non ha risolto affatto la situazione a livello del bilancio aziendale.
È una nuova frontiera per tante aziende che prima non erano predisposte e che non lo consideravano come canale commerciale.
Le vendite sono aumentate moltissimo nella GDO ma è diminuito l’incasso per le cantine perché le catene hanno abbassato i prezzi per ritirare le bottiglie.
Tranne un paio di gruppi della GDO tutte gli altri cercano di strozzare i produttori.
Rispetto allo scorso anno alcuni gruppi hanno diminuito fortemente gli acquisti e comprano grandi quantitativi di bottiglie solo in promozione.
E poi mettono in vendita negli scaffali a prezzo pieno.
Arrivano a visitare le aziende mediatori e faccendieri che propongono ai vignaioli di acquistare le bottiglie a prezzo di stock.
Molte cantine probabilmente cederanno alle proposte indecenti per avere un poco di liquidità. Già si vedono in giro offerte di bottiglie in GDO a prezzi stracciati, a fronte di 50 cartoni ordinati molte cantine ne danno 50 in omaggio. Molte bottiglie provenienti da regioni confinanti, come il Veneto, sono proposte a 70/80 centesimi di euro.
Davvero una situazione sgradevole e vicina alla disperazione. La cantina Gaggioli aspetta le nuove bottiglie con i nuovi vini. La vendemmia si prospetta molto buona e ricca.
Carlo Gaggioli dice che piuttosto che svendere i vini al momento attuale li regala in beneficenza o per eventi culturali.
Si rivolge alle istituzioni, in specifico al presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
Chiede di aiutare ed incentivare i ristoratori della provincia e della regione ad acquistare e proporre il Pignoletto e gli altri vini dei Colli Bolognesi.
La regione rimborserebbe un 10% ai ristoratori dell’importo pagato ai produttori. Agevolazioni burocratiche e rimborsi possono costituire un volano per far ripartire i piccoli/medi produttori e sarebbero veramente una grande boccata d’ossigeno di liquidità.
Le cantine sarebbero aiutate a fare posto alle bottiglie che entreranno con la nuova vendemmia.
Non c’è necessità di nuove leggi dato che sono già previsti fondi regionali per far ripartire l’economia.
La burocrazia sarebbe ridotta al minimo presentando direttamente alla regione le fatture di acquisto per incassare l’incentivo.
Umberto Faedi
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