Come lo scorso anno Vinodabere ha organizzato la sua manifestazione tematica nel fine settimana più freddo registrato dall’inverno Romano. Coincidenza che però non è bastata per scoraggiare il pubblico, che ha raggiunto l’Hotel Belstay sin dall’apertura dei banchi d’assaggio registrando oltre 450 presenze.
La Sardegna è nel cuore della testata giornalistica Vinodabere condotta dal direttore Maurizio Valeriani, che ha sempre dato spazio alla promozione culturale enogastronomica isolana. Questa manifestazione che ormai si preannuncia come appuntamento fisso del calendario di degustazioni romano, è la naturale conseguenza della Guida ai Migliori Vini della Sardegna, presente online sul sito di Vinodabere e giunta alla sua sesta edizione.
In sala erano presenti 35 cantine con oltre 160 vini in degustazione, per rappresentare degnamente tutte le differenti identità isolane. L’evento ha avuto inizio con due masterclass che sono andate sold out, “Il Nepente di Oliena e le sue interpretazioni” seguita da “Ogliastra, Orgosolo e Romangia, territori a confronto”, condotte dal direttore di Vinodabere insieme al critico gastronomico Dario Cappelloni.
Una sorpresa per chi non aveva mai approcciato la Sardegna del vino oltre che per Vermentino e Cannonau, e una clamorosa conferma per chi già da tempo ha scoperto i contenuti e la ricchezza di questa viticoltura ricca di varietà autoctone come cagnulari, bovale, monica, malvasia, semidano ed altro ancora.
Proprio l’aspetto della divulgazione è uno dei valori importanti su cui è stato pensato l’evento. Infatti oltre ai tanti appassionati nel pubblico erano presenti 160 operatori commerciali di settore, tra enotecari, ristoratori ed agenti della distribuzione. Una grande possibilità per incontrare direttamente i produttori, con lo scopo di aumentare la presenza di questi piccoli gioielli enologici sulla piazza romana.
Insieme a questi nutrita anche la presenza degli operatori della comunicazione che tra giornalisti, blogger ed influencer ha sfiorato il centinaio di presenze. Si conclude così un viaggio unico tra i vitigni sardi destinato sicuramente a ripetersi anche il prossimo anno.
Bruno Fulco
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