Una vera e propria rinascita dell’olio in Salento, quella che si sta realizzando in questi giorni nel sud della Puglia. È iniziata, infatti, a Casarano (Lecce), alla presenza dei rappresentanti di Cia-Agricoltori Italiani, Italia Olivicola e del Consorzio Oliveti d’Italia, la prima vera raccolta dei nuovi uliveti messi a dimora due anni fa al posto delle piante completamente distrutte dal Xylella.
Era il 2013 quando a Gallipoli venne individuato questo batterio che vive e si riproduce all’interno dell’apparato conduttore della linfa grezza, capace di indurre pesantissime alterazioni, spesso letali. Per gli appezzamenti olivicoli non c’è stato scampo tanto da essere definita dagli esperti come “la peggiore emergenza fitosanitaria nel mondo»
Sono bastati due anni e il reimpianto delle due cultivar, che a detta degli studiosi sono resistenti al batterio killer, la Leccina e la Fs17 Favolosa, per ripartire e cercare di tornare alla normalità. E, nonostante la stagione in generale non si preannunci tra le migliori, si respira ottimismo. La stima per ogni ettaro impiantato, una volta arrivati a regime, si aggira sui 100 quintali di olive in grado di produrre un eccellente olio extravergine dalle ottime caratteristiche organolettiche.
«È una notizia importantissima per l’olivicoltura italiana e un messaggio di speranza per chi ha a cuore il futuro di questo settore – ha sottolineato il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -. Dopo anni difficili, grazie alla ricerca scientifica e alla caparbietà degli agricoltori, c’è un futuro per questo territorio che è stato colpito all’improvviso da una sciagura economica e paesaggistica senza precedenti».
«Il recupero di un’area importantissima dell’agricoltura italiana, dalla distruzione della Xylella a una nuova olivicoltura che produce qualità, grazie ad un importante ricambio generazionale, segna una grande primavera per il mercato dell’olio italiano che spesso soffre problemi di quantità e qualità disponibili per i consumatori», ha concluso il presidente del Consorzio Oliveti d’Italia, Nicola Ruggiero.
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