Non solo agli uomini la prerogativa di essere pizzaioli, #Donne di pizza #Donne di cuore è un gruppo formato da otto pizzaiole residenti in varie parti d’Italia, che casualmente si sono conosciute, hanno fatto amicizia e, tenendosi in contatto, hanno scoperto di avere qualcosa in comune, oltre l’arte della pizza, ossia un cuore e la voglia di fare del bene per una buona causa.
Si sono conosciute tra i banchi di PizzaUp, il simposio tecnico sulla pizza organizzata dal Molino Quaglia di Padova, così è nata l’dea di valorizzare la loro maestria e creatività, partecipando ad eventi finalizzati a raccogliere fondi con scopi di beneficienza, o creandoli, in giro per l’Italia.
Le otto maestre uniscono il loro savoir faire creando pizze gourmet rappresentative dei loro territori di provenienza: Veneto come Petra Antolini (Settimo Cielo, Pescantina, Verona), Enrica Causa (Pizzeria Rustica, Galzignano Terme, Padova), Eleonora Massaretti (Basilico Rosso, Castelmassa, Rovigo), Claudia Tosello (Arcobaleno in provincia di Rovigo), e da altre regioni come Marina Orlandi e Giovanna Baratella (Slurp – da Mary e Giò, Ferrara), Marzia Buzzanca (Percorsi di Gusto, L’Aquila), Paola Cappuccio (Pizza Verace, Portici, Napoli).
Il primo evento è stato il 12 marzo scorso proprio al “Settimo Cielo” da Petra, e grazie al ricavato della serata in cui ogni pizzaiola ha proposto una pizza, sono stati raccolti circa 3mila euro devoluti al Centro Antiviolenza Petra del Comune di Verona.
Il successivo appuntamento è stato il primo ottobre a Portici presso la pizzeria “Pizza Verace” di Paola Cappuccio.
L’occasione ha avuto l’obiettivo di portare sostegno all’Associazione Centro Aiuto alla vita “Maria ed Elisabetta” che ha sede proprio a Portici.
Questo sodalizio tra colleghe pizzaiole e imprenditrici, idealmente rappresentato da un’illustrazione di Serema Romio in una carta da gioco, la regina di cuori in versione pizzaiola, ha in progetto altri eventi e altre ricette per stupire, e certo non passeranno inosservate.
Tuttavia, tengono a precisare che «L’obiettivo non è fare pubblicità a noi stesse o ai nostri locali. Così cresciamo anche noi: il gruppo ci ha unite e ci ha rese più forti anche dal punto professionale; se una di noi ha un problema, anche durante il servizio, chiama e le altre rispondono».
E questo è anche un bell’esempio di solidarietà tra donne.
Maura Sacher
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