La Commissione UE si beve il report della BECA
Dense nubi si addensano sui cieli della superfici vitate europee.
La Commissione BECA – Beating Cancer ovverosia battere il cancro ha stilato un report contenente un cancer plan o piano anticancro.
La commissione ad hoc europea per la lotta al cancro ha previsto alcune iniziative che partiranno nel 2022.
Il parlamento UE lo ha esaminato il 9 Dicembre e lo ha mandato avanti.
Nei primi mesi del prossimo anno il report passerà al vaglio, e speriamo che non sia un raglio, della sessione plenaria dell’intero parlamento.
Successivamente se approvato e tutto indica che lo sarà l’orientamento politico sarà indicato dalla Commissione Europea.
La Commissione UE si beve il report della BECA
Il delirio BECA prevede etichette con allarmanti avvisi sanitari come quelli apposti sui pacchetti delle sigarette, aumento delle tassazioni a carico delle cantine, divieto assoluto di sponsorizzazioni di eventi sportivi e revisione con stretta delle politiche di promozioni.
Basta o c’è n’è ancora?
La portavoce del parlamento UE quasi si affanna a dire che le iniziative non avranno valenza normativa ma gli orientamenti indicati non potranno essere ignorati dai paesi membri della UE.
E con l’avviso che le azioni dei paesi membri condizioneranno le future decisioni sui budget di promozione vitivinicola europea.
Come dire o fate così oppure non c’è un euro per nessuno.
Queste linee guida penalizzano fortemente il futuro dei vini che è già messo a rischio dalla pandemia e dai cambiamenti climatici.
L’obiettivo di ridurre l’incidenza del cancro sulla popolazione europea anche riducendo i consumi dei vini è sicuramente nobile.
La Commissione UE si beve il report della BECA
Ma non si può penalizzare un settore vitale della economia europea.
Il report afferma che “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol quando si tratta di prevenzione del cancro”.
Questa stralunata affermazione non trova ovviamente d’accordo le associazioni europee che rappresentano la filiera vitivinicola europea.
Il CEEV – Comitè Europeenne des Enterprises du Vin ossia Comitato Europeo delle Imprese del Vino.
Replica dicendo che “l’assunto che non esista un livello sicuro è fuorviante e semplicistico in quanto non tiene conto dei modelli di consumo e degli altri fattori dello stile di vita”.
Infatti le evidenze scientifiche indicano da anni che bere vino con moderazione ai pasti come ad esempio parte della dieta mediterranea, può contribuire ad una maggiore e sana aspettativa di vita.
È provato che favorisce una minore incidenza di malattie cardiovascolari, cancro e diabete.
E allora cari cervelloni della BECA?
La UIV – Unione Italiana Vini afferma che vengono messi in pericolo la cultura, lo stile di vita e l’economia italiana.
La Commissione UE si beve il report della BECA
Sempre secondo la UIV se l’indirizzo politico venisse sancito durante la sessione plenaria del prossimo anno si rivelerebbe disastroso per la competitività di tutto il vino europeo.
Il vicepresidente di Wine in Moderation ricorda come solo in Italia negli ultimi 35 anni il consumo pro capite di vino si è ridotto del 50 % e non ci sia bisogno di imporre restrizioni.
Il direttore di FederVini commenta affermando che questi precetti legittimano la demonizzazione di tremila anni di storia, cultura e civiltà del bere italiano.
Certo che è davvero uno stupefacente paradosso di come da una parte la UE sostenga il settore vitivinicolo con la PAC – Politica Agricola Comune e dall’altra abbia intenzione di mettere in discussione e limitare gli aiuti legati alla promozione della filiera vitivinicola.
Umberto Faedi
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