L’Istituto regionale vini e oli dell’Isola da tempo in stato di abbandono, con i 68 dipendenti lasciati senza stipendio.
Una storia senza fine quella dell’Istituto regionale vini e oli di Sicilia. Da anni in gestione commissariale per volontà della “mala” politica regionale, la precarietà non finisce. I dipendenti nei giorni scorsi hanno incrociato le braccia per la mancata risoluzione delle problematiche relative alla corresponsione degli stipendi a partire da ottobre 2018.
La vicenda ha del paradossale: i soldi ci sono, ma i conti sono pignorati. Infatti, a causa di un debito da 3,3 milioni di euro contratto con Veronafiere, l’Ente veneto ha ottenuto dei conti dell’Irvo. A fronte delle rassicurazioni dell’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che ha affermato la disponibilità delle risorse per procedere al pagamento, ancora non si muove niente.
Anzi le indiscrezioni provenienti dall’ufficio di Gabinetto vanno in ben altre direzioni, poiché l’Ente Veronafiere non intende ritirare il pignoramento. L’Irvo da mesi sta affrontando questa complessa situazione in mancanza di un Consiglio di Amministrazione, tenuto conto che l’ultimo Commissario straordinario è scaduto dal 30 settembre 2018 e non è stato rinnovato.
Il personale auspica la nomina di un vertice politico autorevole che possa guidare l’Istituto verso la risoluzione delle difficili problematiche in cui versa, a partire dal pagamento degli stipendi. L’Irvo è un Ente pubblico della Regione Sicilia, istituito nel 1950, al servizio della vitivinicoltura siciliana, preposto alla tutela, evoluzione e promozione della produzione vitivinicola siciliana. Con L.R. n. 2/2007 è stato riconosciuto Ente di ricerca della Regione siciliana e nel 2011 sono state attribuite competenze in materia di oli.
Sin dalla sua istituzione ha svolto un ruolo molto delicato assicurando al settore viti-enologico il controllo e la certificazione dei vini a Ig e a D.o., oltre alle attività di analisi dei vini, di ricerca e di sperimentazione nel settore vitivinicolo. Con la sua attività è stato propulsore del rinascimento enologico siciliano.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri