Stile e Società

Insistiamo sul TTIP, ci sono traditori in Patria?

Ormai gli Italiani dovrebbero sapere tutto sul trattato TTIP, “Transatlantic Trade and Investment Partnership”, letteralmente “Collaborazione transatlantica per il commercio e gli investimenti”.

Qui abbiamo scritto molte volte per provare a spiegare il pericolo dell’accordo TTIP, ttip-selezionepericolo che anche molti sociologi, politologi ed economisti hanno evidenziato, evidentemente inascoltati, e snobbati. Hanno messo in guardia i nostri governanti persino il britannico Colin Crouch e lo statunitense Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia. Quest’ultimo ha parlato chiaro ai gruppi parlamentari della Camera in un’audizione di due anni fa, quando ancora nulla veniva spiegato al grande pubblico.

Purtroppo, con cotali governanti nessuno la spunta, non servono gli incartamenti di associazioni ambientaliste, le voci dei Comitati nazionali e cittadini, non servono le manifestazioni di piazza sotto il cartello STOP TTIP, non bastano le centinaia di giornalisti che si sono documentati bene e ne scrivono criticamente.
Intanto, i rappresentanti delle varie categorie del nostro settore economico emanavano comunicati sui loro incontri di alto livello, nelle Commissioni UE, esprimendo fiducia che le istanze sarebbero state accolte.

Coloro che muovono i fili della nostra politica interna ed estera, non hanno mai replicato e spiegato, scena muta sul TTIP. Hanno taciuto i delegati e i parlamentari eletti a Strasburgo. Lecitamente ci domandiamo come mai nulla hanno avuto da dire anche quelli che appartengono a schieramenti di opposizione.

Negli ultimi giorni si è venuti a sapere che il delegato francese, segretario di Stato per il commercio estero, Matthias Fekl, molto ascoltato da François Hollande tanto che la Francia si sta ritirando dall’accordo TTIP, sollecita l’Italia a ravvedersi e ad opporsi, in nome delle “nostre economie”.
Eppure ancora non fiatano i vertici, si preoccupano di conquistare consensi elettorali su altre questioni.

Per fortuna Crozza lo scorso venerdì sera nel suo show, TTIP-crozza-diretta-ultima-puntataultima puntata, ne ha illustrati i retroscena. Un comico si è fatto serio e portavoce del NO TTIP. Illuminata performance. Confidiamo qualcosa si sia ficcato nella testa della gente che lo ha ascoltato.

I benpensanti sanno che un trattato dichiarato “partnership” (“collaborazione”) per definizione dovrebbe consistere in un accordo tra le parti con un obiettivo comune, pertanto si chiedono quale collaborazione ci può essere se una delle parti prevarica sull’altra. Sudditanza è la conseguenza. E a questa i cittadini benpensanti si ribellano.
Sul TTIP, forse, ci sono troppi traditori silenti in Patria nostra.

Maura Sacher


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