Un occhio sul mondo

Il Sapore Amaro della Prudenza

Il Sapore Amaro della Prudenza Con questa storia inventata vorremmo richiamare all'attenzione il pubblico sulla sproporzione di una multa

Il Sapore Amaro della Prudenza

Con questa storia inventata vorremmo richiamare all’attenzione il pubblico sulla sproporzione di una multa che porta all’esasperazione il concetto di sicurezza.
Il profumo del ragù danzava nell’aria tiepida dell’osteria “Da Enzo”, un’istituzione nel cuore della campagna toscana. Le tovaglie a quadretti rossi e bianchi, i bicchieri panciuti pronti ad accogliere il nettare rubino, tutto parlava di una tradizione radicata, di convivialità e di sapori autentici. Marco e Giulia, una giovane coppia innamorata del buon cibo e del buon vino, avevano finalmente trovato un momento per concedersi una cena romantica.

Seduti al loro tavolo, sfogliavano il menu, l’acquolina in bocca al pensiero dei piatti succulenti. La carta dei vini era un piccolo tesoro, con etichette locali che raccontavano la storia di colline assolate e vendemmie appassionate. Un Chianti Classico riserva catturò l’attenzione di Marco, un Sangiovese corposo che prometteva di esaltare il sapore della bistecca alla fiorentina che aveva scelto. Giulia, invece, era tentata da un Vermentino fresco e profumato per accompagnare i suoi ravioli di pesce.

“Una bottiglia?” chiese Marco, guardando Giulia con un sorriso complice.

Giulia esitò, il suo sguardo si fece leggermente pensieroso. “Sai, ho guidato io fino a qui… e dopo dobbiamo tornare in città.”

Un velo di incertezza calò sul tavolo. Marco annuì, la spensieratezza iniziale un po’ scalfita. Sapevano entrambi quanto fossero severi i controlli stradali, soprattutto nei fine settimana. Le multe salatissime e il rischio della sospensione della patente erano un deterrente potente, una spada di Damocle invisibile che pendeva su ogni bicchiere di troppo.

“Magari solo un calice a testa, allora?” propose Marco, cercando di non rinunciare completamente al piacere di un buon vino.

Ordinare due calici sembrò una concessione malinconica a quella che una volta era una consuetudine naturale. Il vino, un compagno immancabile della buona tavola italiana, ora doveva fare i conti con la prudenza, con la necessità di rimanere lucidi per affrontare il viaggio di ritorno.

Enzo, il proprietario dell’osteria, un uomo con rughe profonde che raccontavano anni di lavoro e di storie condivise attorno al vino, notò l’esitazione della coppia. Sorrise con una punta di tristezza. “Un tempo, signori,” disse mentre versava i loro calici con gesti esperti, “la bottiglia era quasi d’obbligo. Le risate si scioglievano nel vino, le chiacchiere si facevano più vivaci. Ora… ora si pensa al ritorno.”

Dopo cena, mentre Marco e Giulia si avviavano verso l’auto nel parcheggio illuminato fiocamente, ripensarono alla loro scelta. Il cibo era stato delizioso, l’atmosfera accogliente, ma mancava qualcosa, quella spontaneità gioiosa che un buon bicchiere di vino condiviso avrebbe potuto aggiungere.

Enzo, rientrando nel locale, diede un’occhiata alle poche bottiglie di vino stappate sui tavoli. Un tempo, il suo piccolo magazzino di vini pregiati era in costante movimento. Ora, molte bottiglie rimanevano a prendere polvere, testimoni silenziose di un cambiamento nelle abitudini, di una prudenza forzata. Sapeva che molti suoi colleghi ristoratori stavano vivendo la stessa situazione, con le vendite di vino in calo e la necessità di guardare con sempre maggiore interesse ai turisti stranieri, meno vincolati dalle problematiche di trasporto locali.

Mentre Marco metteva in moto l’auto, Giulia sospirò leggermente. “Magari un giorno ci saranno più autobus o treni che collegano questi posti meravigliosi anche la sera tardi,” disse, con una punta di speranza nella voce.

Marco le prese la mano. “Magari,” rispose, guardando le luci della campagna che scorrevano via nel buio. Ma entrambi sapevano che quel “magari” era ancora lontano, e che per il momento, il sapore intenso del vino italiano avrebbe dovuto spesso lasciare spazio al sapore amaro, ma necessario, della prudenza. E le cantine italiane, ricche di tesori enologici, avrebbero continuato a guardare con crescente interesse oltre confine, cercando nuovi palati che potessero apprezzare appieno la gioia di un bicchiere di vino, senza la preoccupazione di un lungo viaggio di ritorno in solitaria.


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