Tra le svariate proposte di menù di pronta consegna a domicilio offerte sul web, per l’imminente festa degli innamorati, mi piace scegliere il Rosolio, evocativo di un’atmosfera di socialità antica e raffinata.
Il nome di questo liquore (detto anche “il liquore del passato”) trarrebbe origine dal latino “ros solis”, che significa “rugiada del sole”.
La storia del rosolio risale al ‘500, quando nei conventi siciliani le suore provarono a immergere nello zucchero i petali di rosa e dalla macerazione, filtrata, ne ricavavano una sostanza liquorosa dall’aroma delicato, da offrire agli ospiti più importanti che andavano in visita. Per questo è conosciuto anche come il “liquore delle suore”.
Dai conventi si diffuse nei nobili salotti, specie da gustare nei dopocena per accompagnare le conversazioni, ai tempi in cui non esistevano i superalcolici. Divenne ben presto il liquore per eccellenza delle dame e damigelle, grazie al suo grado alcolico moderato.
Il rosolio porta alla mente l’epoca delle buone maniere, un distintivo dell’elegante ospitalità nei salotti dell’alta borghesia d’un tempo, e suscita in me il ricordo di personali emozioni.
La memoria mi ha trasportata alla prozia badessa che, nel ricevere la mia famiglia in visita, dopo averci portato a passeggiare tra i vigneti ed i giardini del convento, in un salottino ci offrì un bicchierino di rosolio, anche a me appena adolescente, tranquillizzando i miei genitori sulla innocuità della bevanda. In seguito, anche mia madre, in primavera sfogliava i petali delle rose rosse del nostro giardino e le faceva macerare in alcool in vasetti di vetro che lasciava esposti al sole per 40 giorni.
Il rosolio ha trovato spazio nella letteratura, nel cinema e nel teatro e, ovviamente, nella cultura enogastronomica italiana per le sue proprietà digestive, e nelle grandi convivialità familiari come battesimi e matrimoni, contrassegno di augurio per un “roseo” futuro, prospero e duraturo.
E qui parte la storia del Rosolio Bertagnolli, la più antica distilleria trentina, con oltre 145 anni di grappe di qualità, attraverso quattro generazioni della stessa famiglia.
Giulia de Kreutzenberg, nobildonna, possidente di vigneti alle pendici delle Dolomiti di Brenta in Piana Rotaliana, nel Trentino-Alto Adige, andata sposa ad Edoardo Bertagnolli, erede di una famiglia di farmacisti, soleva raccontare che, nel corso di un viaggio in Sicilia, si era innamorata a tal punto di questa infusione, da farsi svelare la ricetta da una giovane suora, incontrata durante il soggiorno.
Così nacque il “Rosolio 1870”, che ripropone lo stesso sapore e l’autentico spirito della ricetta originale.
Oggi questo antico elisir digestivo, prodotto dalla distilleria Bertagnolli, nasce dall’infusione dei petali di rose in finissimo alcool, distillato con metodo artigianale e tradizionale, con tecnologia storicamente utilizzata in alambicchi di rame (discontinui a bagnomaria alimentati a vapore).
Il risultato è una bevanda spiritosa (tra 25 e 35%), dal profumo delicato, vellutato, floreale ed estremamente piacevole al palato, da servire preferibilmente dai 12° ai 16°C.
Per il futuro, Bertagnolli crede che il rosolio possa diventare un interessante protagonista a disposizione dei bartender professionisti, un nuovo ingrediente della mixology, prestandosi ad offrire, sia per il colore sia per i suoi aromi, nuove moderne emozioni.
Maura Sacher
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