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Il Governo italiano affonda nella burocrazia i pescatori italiani

Settore dimenticato dalle normative e dai decreti, le banche non fanno prestiti e i pescatori stanno ancora aspettando il rimborso del Fermo Pesca del 2018 e del 2019.

Pubblichiamo il comunicato stampa dell’Alleanza Cooperative Pesca dove vengono evidenziate le carenze del Governo e della sua organizzazione burocratica.

Mentre l’effetto della pandemia continua a colpire duramente il settore, con la domanda ridotta di oltre il 50% e la flotta che lavora a scartamento ridotto. La politica di sostegno del Governo tarda a far sentire i suoi effetti: CIGD e FIS ancora non arrivano nelle tasche dei pescatori dipendenti, mentre quelli  autonomi sono ancora  esclusi da qualsiasi sostegno.

Le imprese non ricevono liquidità dalle banche che considerano non sufficienti le garanzie offerte dallo Stato.

Su questo sfondo sono due i salvagenti di cui potrebbe usufruire il settore: il fondo ex Art 78 del Cura Italia e i fondi europei del FEAMP già modificati ad hoc per indennizzare chi si è dovuto fermare per l’emergenza.

Purtroppo entrambi richiedono Decreti Ministeriali che tardano ad arrivare e che comporteranno tempi non brevi, sia per passaggi burocratici contenuti nella norma (intesa della Conferenza Stato-Regioni).

Perché proprio in questo periodo il Direttore Generale della Pesca e dell’Acquacoltura non è nel pieno dei suoi poteri, e questo non aiuta.

Inesistente il confronto con la categoria e qualsiasi consultazione con le Associazioni professionali. Anche il decreto sul tonno, il più importante comparto della Pesca italiana sul piano economico, è stato pubblicato senza alcuna interlocuzione preliminare.

Vanno inoltre a rilento le istruttorie sulle domande di pagamento del fermo pesca effettuati nel 2018 e 2019 che per essere accelerate richiederebbero solo un irrobustimento, anche temporaneo, dell’organico come chiesto da tempo dall’Alleanza.


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Redazione

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